Corriere-Insegnanti di religione Verso il varo della legge per immetterli in ruolo
Bloccata da mesi per le polemiche Insegnanti di religione Verso il varo della legge per immetterli in ruolo ROMA - La legge per l'immissione in ruolo degli insegnanti di religione potrebbe ess...
Bloccata da mesi per le polemiche
Insegnanti di religione Verso il varo della legge per immetterli in ruolo
ROMA - La legge per l'immissione in ruolo degli insegnanti di religione potrebbe essere presentata nel corso del prossimo Consiglio dei ministri. La proposta è stata predisposta alcuni mesi fa, ma il varo non è avvenuto per motivi tecnici. Probabilmente anche le polemiche seguite all'annuncio del provvedimento hanno consigliato un rinvio. I docenti di religione sono vissuti fino ad oggi in una condizione di precariato. L'incarico infatti viene conferito di anno in anno dall'autorità ecclesiastica e può essere revocato qualora si creino delle situazioni di incompatibilità. Una volta approvata la legge, i docenti continueranno a far parte di una lista speciale, qualcosa di diverso dalle usuali classi di concorso, e saranno sempre sottoposti alla valutazione della Curia per quanto riguarda l'idoneità all'insegnamento delle religione. Tuttavia, ecco la novità, lo Stato garantirà il posto di lavoro se dovesse venir meno il placet del vescovo. In estrema sintesi, l'ex docente di religione che ha tutti i titoli richiesti, ovvero laurea e abilitazione, potrà anche insegnare un'altra materia. Se non li possiede potrà comunque svolgere altre mansioni nell'amministrazione statale.
I docenti di religione che hanno almeno quattro anni di servizio potranno partecipare a un concorso riservato per titoli ed esami che però non potrà coprire tutti i posti di lavoro, ma una quota valutata intorno al 70 per cento. Il restante 30 per cento delle cattedre continuerà a essere coperto con contratti a tempo determinato. Per chi non può prendere parte alla prima selezione sono previsti concorsi triennali su base regionale. Il concorso riservato tenderà ad accertare la conoscenza generale dell'ordinamento scolastico nazionale e degli aspetti didattici relativi ai due ruoli per i quali si può concorrere: la scuola elementare e materna da una parte e la scuola secondaria dall'altra. Allo Stato non interessa, insomma, la preparazione nella disciplina, ma la capacità di insegnare.