Corriere: In migliaia contro esami di riparazione e numero chiuso
Cortei in 47 città. Un preside: dopo uno sciopero i genitori accompagnino i ragazzi a scuola. Scritte anti Papa a Napoli
ROMA — Non vogliono tornare agli esami di riparazione al liceo e non vogliono il numero chiuso all'università. Chiedono anche più fondi nella Finanziaria per la scuola pubblica. Sono scesi in piazza ieri migliaia di studenti italiani in 47 capoluoghi di provincia, da Milano a Palermo. Secondo la polizia in tutto saranno stati cinquantamila ma gli organizzatori dello sciopero (Unione degli studenti, Rete degli studenti, Studenti di sinistra, StudentiSX e Unione degli universitari) hanno contato trecentomila adesioni.
«Ma non è stato il vaffa-day della scuola — hanno precisato —. Prendiamo le distanze da una definizione simile perché è fuorviante, la questione è che l'operato dei due ministri Fioroni e Mussi ha molti punti di criticità». Fioroni ascolta le critiche e risponde: «Non posso chiedere ai ragazzi di condividere tutto oggi ma chiedo di darmi la disponibilità a ripensarci domani, magari quando cercheranno un lavoro. Saldare i debiti formativi è nel loro stesso e unico interesse. Mercoledì incontrerò il Forum delle associazioni studentesche e chiariremo le preoccupazioni degli studenti perché abbiano certezza che la scuola garantirà i corsi di recupero».
La mano tesa di Fioroni è stata giudicata comunque insoddisfacente dai ragazzi: «La sua risposta è generica e superficiale ». Di fatto, aggiungono, l'incontro di mercoledì è un ultimatum, «se le nostre ragioni non saranno prese in considerazione proseguiremo con le agitazioni». A Milano i giovani in piazza erano almeno cinquemila, e nonostante fosse previsto soltanto un sit-in, i manifestanti sono cresciuti con il passare delle ore tanto da dar vita ad una vera e propria manifestazione, finita poi con il lancio di uova contro i muri di palazzo Marino. A Roma c'è stato il grosso della protesta, un corteo al quale hanno partecipato almeno 30 mila studenti. A Napoli sei ragazzi minorenni, probabilmente appartenenti a gruppi anarchici, si sono staccati dal corteo e si sono messi a imbrattare i muri con scritte contro il Pontefice. «Occupiamo il Vaticano », «Impicchiamo il Papa», «Bruciamo le chiese», hanno scritto. Sono stati denunciati a piede libero per danneggiamento.
Il protagonista della giornata a Macerata è stato invece il preside del liceo Leopardi, Sauro Pigliapoco, che ha scritto una lettera ai genitori chiedendo di riaccompagnare personalmente il figlio minorenne oggi a scuola nel caso di sciopero. «Non capisco lo stupore — replica il preside — Lo faccio da anni, se i genitori non vengono il ragazzo non entra a scuola. Nella lettera indico anche altre forme di protesta, assemblee fuori dall'orario di lezione, articoli di giornale, insomma tutto quanto non penalizzi lo studio».