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Corriere-In classe fino a 18 anni e alternanza studio-lavoro

In classe fino a 18 anni e alternanza studio-lavoro Sì ai decreti su estensione dell'obbligo e stage in azienda. L'opposizione: così si incoraggia la manovalanza minorile ROMA - A scuola fin...

22/05/2004
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Corriere della sera

In classe fino a 18 anni e alternanza studio-lavoro

Sì ai decreti su estensione dell'obbligo e stage in azienda. L'opposizione: così si incoraggia la manovalanza minorile

ROMA - A scuola fino a diciotto anni. E con la possibilità, a partire dai quindici, di alternare periodi di studio a periodi di lavoro. Dopo il varo nei mesi scorsi del decreto su scuola dell'infanzia e primo ciclo, Letizia Moratti aggiunge altri due tasselli alla sua riforma della scuola pubblica italiana, che adesso attende soltanto gli ultimi due decreti, quello sulla formazione e quello sul secondo ciclo di studi. I due provvedimenti approvati ieri in via preliminare dal Consiglio dei ministri, proprio nel giorno in cui un grosso pezzo di scuola ha partecipato allo sciopero del pubblico impiego, promettono grandi novità. "Tutti andranno a scuola fino a diciotto anni" ha detto il ministro, spiegando poi che la cancellazione delle parole "obbligo scolastico" non significa che dopo i 13 anni si può smettere di studiare. "L'obbligo resta tale - ha replicato la Moratti -. I ragazzi dovranno andare a scuola. La parola obbligo è stata modificata in diritto-dovere per far capire che è un diritto delle famiglie pretendere il servizio". Quanto all'alternanza scuola-lavoro, "sarà seguita da un tutor interno all'istituto scolastico".
Il coro di proteste che si è levato dopo le sue dichiarazioni, questa volta, è stato anche superiore all'acceso dibattito sul tempo pieno del primo ciclo. Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas, parla di "aggressione alla scuola superiore. Questo decreto porterà solo alla disgregazione degli istituti tecnici professionali, incoraggerà la fuoriuscita dalla scuola e favorirà la manovalanza precaria e precoce". "E' anticostituzionale - attacca Enrico Panini, segretario Cgil scuola - perché cancella un obbligo garantito dalla Costituzione. Il governo mostra la sua vera intenzione: meno diritti, meno sapere per tutti". E Francesco Scrima della Cisl scuola dice: "Il limite delle risorse per l'alternanza scuola-lavoro aprirà a una inevitabile selezione".
"Dal ministro Moratti ancora bugie - dice Maria Chiara Acciarini, capogruppo Ds in commissione Istruzione al Senato -. Il diritto-dovere è un concetto fumoso. Di fatto il decreto parla di due anni gratuiti dopo la terza media, ma non obbligatori. E poi la Moratti pensa che i ragazzi debbano decidere a 13 anni se fare l'avvocato o l'idraulico".
"Il ministro prima cancella l'obbligo scolastico e lo sostituisce con un vago diritto-dovere - ribadisce Albertina Soliani della Margherita - poi va in televisione a dire che è la stessa cosa. Come per il tempo pieno". "Di quale prolungamento si parla? - aggiunge la deputata di Rifondazione comunista Titti De Simone - La verità è il ritorno al modello di avviamento al lavoro".
Ma il responsabile dipartimento scuola di Forza Italia, Mario Mauro, reagisce agli attacchi: "Sono solo spudorate menzogne, veleni sparsi da chi non si vergogna di sacrificare il futuro dei ragazzi al proprio tornaconto elettorale". "La formazione obbligatoria fino a 18 anni è una conquista sociale di grande rilevanza - conclude Italo Bocchino di An -. Così come è importante permettere un approccio più semplice e veloce degli studenti alla prima esperienza lavorativa".
Mariolina Iossa


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