Corriere-In aula nasce l'integrazione
IL TEMA In aula nasce l'integrazione Quanto accade con la corsa agli asili del centro lo ricorda in maniera stringente: l'interculturalità è innanzitutto un problema educativo....
IL TEMA
In aula nasce l'integrazione
Quanto accade con la corsa agli asili del centro lo ricorda in maniera stringente: l'interculturalità è innanzitutto un problema educativo. Almeno a tre livelli, per quanto riguarda i ragazzi. C'è un problema di educazione familiare, contesto indispensabile per una ricaduta positiva sui ragazzi.
Ci sono poi due problemi di educazione strettamente scolastica: dei ragazzi stessi; e degli insegnanti. Nel primo caso il problema è, come sempre, legislativo, dato che ci si muove ancora in una situazione di emergenza. Per dirla con la sollecitante riflessione proposta da Milena Santerini nel capitolo "La scuola laboratorio dell'intercultura" nel volume Intercultura (Editrice La Scuola, pagg. 220, 19,50), il fatto che la scuola si sia trovata in prima linea e tra le prime istituzioni a dover gestire l'emergenza immigrazione non ha necessariamente comportato un'effettiva messa in atto d'una autentica educazione interculturale. Anzi, "il passaggio all'intercultura, ovvero a strategie di confronto con la diversità a vari livelli, è tuttora da compiere", se per passaggio all'intercultura si intende non la burocratica strategia dell'accoglienza, magari declinata come rapporto numerico italiani-stranieri per classe, col rischio di cadere nel cosiddetto "ghetto pedagogico", ma la costruzione d'un dialogo a partire dalle differenze, procedendo oltre la semplice fase di "assimilazione culturale" (dello straniero a noi), predisponendo adeguati curricoli e programmi.
Anche perché non si può far pesare tutto su buona volontà, iniziativa personale e creatività dei docenti più sensibili. Ed è indubbio che in tale caso la questione sostanziale, considerando la centralità della figura dell'insegnate, diviene la formazione degli insegnanti: vero momento essenziale d'un innovativo progetto educativo. I cosiddetti "stranieri", o sono già oggi o saranno a maggior ragione domani nostri connazionali di pari dignità giuridica e umana.