Corriere: Il Tar: «Niente crediti dall'ora di religione»
Accolta la richiesta della Cgil, non potranno influire sullo scrutinio finale
Maturità, sospesa l'ordinanza del ministro
ROMA — I prof di religione non potranno far pesare il loro giudizio nell'assegnazione del credito scolastico della maturità (oggi fino a 20 punti) ai ragazzi che si avvalgono dell'insegnamento.
Il Tar del Lazio ha sospeso in via cautelare l'ordinanza del ministero numero 26 del 15 marzo (che prefigura la riforma degli esami di Stato) nei paragrafi che riconoscono al docente di religione questa facoltà. La sospensiva arriva a pochi giorni dalle riunioni dei collegi dei docenti. Nessun commento, per ora, dal ministero dell'Istruzione.
Viale Trastevere impugnerà la decisione del Tar? Il tempo per prendere una qualunque iniziativa è molto limitato. È probabile che nella prossima tornata di esami i circa 20 mila docenti di religione non potranno dare il loro contributo, in alcuni casi significativo, per la valutazione della «carriera scolastica» dei ragazzi, come erano soliti fare dal '99 quando la maturità è stata riformata. La richiesta di sospensiva è stata inoltrata da sindacati, associazioni e da confessioni religiose diverse da quella cattolica. La contesa sulle prerogative dei prof di religione vede schierati da un parte il sindacato e le associazioni laiche, convinti dell'inammissibilità del loro giudizio ai fini della bocciatura, promozione o ammissione agli esami di Stato degli studenti che seguono l'insegnamento; dall'altra le associazioni cattoliche. L'ordinanza del 15 marzo, con la quale Fioroni ha ribadito che la frequenza dell'insegnamento della religione cattolica o dell'attività alternativa consente di attribuire il credito scolastico, ha riacceso lo scontro.
Il tribunale amministrativo, commenta con soddisfazione Enrico Panini, segretario generale della Flc-Cgil, ha ravvisato in alcuni punti dell'ordinanza, «il rischio di violazione della Costituzione e di altre norme di legge». «Sul piano didattico - continua Panini - l'insegnamento della religione non può, a nessun titolo, concorrere alla formazione del credito scolastico per gli esami di maturità, perché ciò darebbe luogo a una disparità di trattamento con gli studenti che non seguono nè l'insegnamento religioso nè usufruiscono di attività sostitutive». Secondo il sindacalista «sarà ora compito del ministero avvisare urgentemente del cambiamento di indicazione le scuole che tra pochi giorni saranno impegnate negli scrutini». «Questa decisione ci meraviglia molto — afferma Nicola Incampo, docente di religione e collaboratore del sito Cultura Cattolica — perché l'ordinanza del ministro Fioroni ha esteso il riconoscimento di un credito anche ai ragazzi che non seguono l'insegnamento della religione cattolica, che hanno seguito le attività alternative». «Fioroni - ha concluso Incampo - non ha fatto altro che confermare quanto il ministro Berlinguer, nel '99, aveva già predisposto quando aveva riformato l'esame di Stato».