Corriere: I compiti del concorso e la correzione record
concorso per diventare presidi svoltosi in Sicilia e annullato dal Consiglio di giustizia amministrativa, dopo il ricorso di due concorrenti bocciati
di Gian Antonio Stella
Duecentoeotto parole al minuto: nessuno, che si sappia, aveva mai toccato la velocità di lettura di un testo di Monica Gasparini, che allora lavorava a Studio Aperto. Tutti gli altri conduttori dei telegiornali, cronometrati da Sorrisi e canzoni TV, uscivano battuti: 204 parole al minuto Anna Broggiato dello stesso Studio Aperto, 200 Cesara Bonamici del Tg5 e Manuela Lucchini del Tg1 della notte, 192 Lilli Gruber dello stesso Tg1 e Laurenzo Ticca del Tg4, 172 Mariolina Sattanino del Tg2 e via a scalare fino alle 156 di Enrico Mentana che pure si era guadagnato per la velocità il nomignolo di «Mitraglietta».
Bene: c’è chi li ha ridicolizzati tutti. Sono i commissari di un concorso per diventare presidi svoltosi in Sicilia e annullato dal Consiglio di giustizia amministrativa, dopo il ricorso di due concorrenti bocciati, perché non solo le due sottocommissioni avrebbero «proceduto alla correzione di moltissimi elaborati con una commissione incompleta, in quanto nell’una o nell’altra era assente il presidente». Ma «il tempo medio di correzione di ogni singolo elaborato si aggirava sempre intorno ai due minuti e 30 secondi, insufficiente per la correzione di compiti composti da otto o dieci facciate». Un record planetario imbattibile perfino dal mitico Alessandro Bergonzoni, autore di travolgenti monologhi che hanno il ritmo indemoniato di una mazurka impazzita.
Il tutto non solo senza il «gobbo » con le lettere in stampatello in un corpo tipografico gigantesco ma addirittura su elaborati scritti a mano.
Con una grafia spesso illeggibile. E a volte arricchita come il compito 1003 («valutato positivamente, nonostante fosse costellato di errori grammaticali e di sintassi») da strafalcioni da far inorridire una maestra di seconda elementare. Un solo esempio? Un somaro è arrivato a scrivere la seguente frase: «Ciò induce il dirigente ha ricercare accordi... ». Con la «acca». Promosso. Somaro, ma preside.
Cosa succederebbe in un paese normale? Che tutti i presidi insediatisi alla guida delle nostre povere scuole siciliane in quel ridicolo concorso (e magari pronti a scavalcare altri presidi di altre regioni coi concorsi più seri) sarebbero cortesemente invitati a tornare a casa. Certo, fra di loro ci saranno molti professionisti coi fiocchi e forse qualche fuoriclasse. Ma questo succede nei paesi seri: chi viene promosso in un concorso taroccato torna a casa.
Qui no. Come ha raccontato su «la Repubblica di Palermo» Salvo Intravaia, la vicenda verrebbe sanata da una leggina presentata da 15 parlamentari, quasi tutti siciliani e della destra, che dice: «L’annullamento di atti delle procedure concorsuali ordinarie e riservate a posti di dirigente scolastico (...) non incide sulle posizioni giuridiche acquisite dai candidati dei predetti concorsi che (...) sono stati assunti in servizio». Pochi giorni e arriverà in aula al Senato. Dovesse passare, c’è da augurarsi che i senatori la accompagnino con un coretto: «Chi ha avuto ha avuto ha avuto / chi ha dato ha dato ha dato / scurdammoce 'o passato...». Ma che bel Paese...