Corriere-Ho gli insegnanti contro ma candido il mio istituto
Ho gli insegnanti contro ma candido il mio istituto" Iole Buccellato: ho 120 docenti e 1050 studenti Bisogna essere pronti a cambiare ROMA - La preside ha l'entusiasmo di un bambino. E sessant...
Ho gli insegnanti contro ma candido il mio istituto"
Iole Buccellato: ho 120 docenti e 1050 studenti Bisogna essere pronti a cambiare
ROMA - La preside ha l'entusiasmo di un bambino. E sessant'anni, trenta dei quali passati nelle scuole. E ha una nipotina che, nata a gennaio, ha vissuto sulla propria pelle il rischio di "perdere un anno", prima del salto dalla materna alla seconda elementare, senza passare per la prima. Forse anche per questo, oggi, non ha dubbi: "La sperimentazione della riforma fin da settembre? Sono pronta a candidare la mia scuola, possiamo farlo". Ma prima dei dettagli tecnici della scelta, Iole Buccellato, a capo dell'istituto comprensivo Leonori, nella periferia sud di Roma, pronuncia parole che raccontano una scelta profonda come un ideale: "I professori, nella mia scuola sono 120 per 1.050 ragazzini, sono contrari: dicono che le riforme cadono dall'alto sulla testa degli insegnanti. Ecco, l'errore è questo: se decidi di fare questo mestiere, di preparare i ragazzi ad affrontare il mondo, devi essere tu a proporre, a sperimentare, a cambiare. E farlo alla stessa velocità di quel mondo che noi professori abbiamo la pretesa di insegnare". Discorso teoricamente ineccepibile, certo, che però rischia di scontrarsi con la burocrazia: "Una lentezza soprattutto mentale, perché i professori vivono nella routine, e anche la novità del maestro prevalente sembra disorientarli. Poi ci sono le difficoltà reali, come gli spazi adatti per garantire l'ingresso alla materna ai bimbi di due anni e mezzo. Ad accogliere i bambini di 5 anni e mezzo alle elementari, invece, non solo non avremmo problemi, ma faremmo ciò che è nostro dovere, cioè rispondere ai bisogni delle famiglie". Un'esigenza reale? "Altroché, ho già ricevuto richieste in tal senso. Certo: non bastano i dati anagrafici per permettere al bambino di fare il salto. Deve essere valutato dai professori, dai genitori: ma se ha i requisiti, non si può obbligare un alunno a perdere un anno, magari perché, come nel caso della mia nipotina, è nato 20 giorni dopo capodanno". Un caso non così raro, sembra: "Nella mia scuola sono almeno 10 le famiglie che si trovano in queste condizioni, potrei aggiungerne due per ogni sezione delle elementari, non avrei problemi". Se la legge lo consentisse, ovviamente: "Sarebbe un provvedimento giusto, secondo me. Ci sono cose nella scuola che non funzionano, lo sanno tutti, ma non si cambiano". D'accordo: ma sperimentare subito la riforma non rischia di essere un errore? "Senta, non credo proprio: ho sperimentato l'autonomia due anni prima che entrasse a regime, e anche allora non mancarono polemiche. Ma migliorare, o almeno provare, fa parte del nostro dovere. È chiaro: dovrà decidere il consiglio d'istituto. Ma, visto che il preside può dare delle indicazioni, sono più che favorevole. Certo, i tempi sono stretti, ma ce la faremo".
Alessandro Capponi