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Corriere-Gli studenti: sì al volontariato per chi danneggia le scuole

Le repliche degli allievi all'intervista del ministro Letizia Moratti. Gli studenti: sì al volontariato per chi danneggia le scuole. D'accordo i presidi: può avere un alto valore educativo. ROMA ...

24/01/2005
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Corriere della sera

Le repliche degli allievi all'intervista del ministro Letizia Moratti.
Gli studenti: sì al volontariato per chi danneggia le scuole.
D'accordo i presidi: può avere un alto valore educativo.
ROMA - "Idea geniale, peccato che già esista". L'ipotesi di sostituire le punizioni per gli studenti vandali con pene alternative, tracciata dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti nell'intervista al Corriere della Sera di ieri, non trova l'opposizione dei ragazzi. Tutt'altro. Ma dal Forum degli studenti si leva anche una voce critica nei confronti del ministro: "È disinformata sui doveri e i diritti degli studenti. E questo dimostra che a parole dice che vuole coinvolgerci, ma non ci si fila proprio", protesta Fernando, coordinatore dell'Unione degli studenti, associazione studentesca presente nel Forum. In ogni caso gran parte dei ragazzi condivide l'idea di obbligare i violenti a rendersi utili agli altri. Ma una minoranza di scapestrati non vuole saperne: "Meglio la sospensione - commenta Kevin, quindicenne napoletano - almeno sto a casa a dormire".

TAGLIE SUI VANDALI - Intervenendo sul tema lanciato da Gaspare Barbiellini Amidei, il ministro assicura che non può esistere all'interno della scuola una "zona franca". Spiega che il dovere degli istituti è puntare sul far "assumere al ragazzo la consapevolezza dello sbaglio". E invoca la collaborazione degli studenti per coinvolgere i violenti in azioni di volontariato. "Bello. Bellissimo - sottolinea Fernando -. Ma lo Statuto degli studenti, che è già legge, prevede che se mi becco una sospensione posso recuperarla pulendo i bagni della scuola, o aiutando a riparare quello che ho rotto. Perché la Moratti non si impegna a farlo rispettare invece di distruggerlo? E poi non esageriamo. Ci sono i teppisti ma c'è anche qualche preside che ha messo una taglia sugli studenti vandali".

FAVOREVOLI - Martina, sedici anni, tuta larga sdrucita, magliette a strati e campanelli ai lacci delle scarpe, concorda con la Moratti. "Fare volontariato aiuterebbe quelli più violenti a vedere due mondi: quello di chi spacca le cose degli altri perché magari ha tutto, vuole sempre di più e se ne frega del poco che è anche degli altri; e il mondo di chi deve lavorare. Forse aiuterebbe a riflettere". "La cafonaggine - spiega Ludovica, sacca gialla etnica e maglia all'ombelico - dieci anni fa era dovuta alla rivoluzione, adesso è proprio dentro i ragazzi. Il modello è Totti, che se vogliamo è maleducato. Alcuni rompono le cose per farsi notare, altri perché hanno tanta rabbia dovuta a problemi, come la separazione dei genitori, che per loro sono enormi".

CONTRARI - Tutti concordano: la sospensione "non fa né caldo né freddo". Giorgio, studente sedicenne romano, con piercing al naso e croce d'oro attaccata a un orecchino, la sospensione di 15 giorni l'ha già avuta. "Avevo messo dei vermi da pesca a scuola - racconta con aria seccata - perché il giorno dopo dovevo essere interrogato in italiano. Hanno dovuto disinfettare la scuola e l'hanno chiusa, perché qualche secchione ha fatto la spia". I suoi amici sghignazzano e marcano la differenza tra il suo gesto e chi sfonda le porte a calci: "Quelli sono violenti - spiega Francesco - ma siccome sono protetti da un gruppo di amici che fanno paura, i professori non gli dicono niente". Se si parla di pene alternative e di volontariato la risata si fa più grossa: "Dipende. Se è una cosa schifosa tipo andare a dare da mangiare ai barboni non ci penso proprio". E Davide chiosa: "Non mi va. Fine del volontariato".
I presidi concordano con la Moratti sulla necessità di individuare pene alternative, ma invitano alla concretezza: "Avvicinarli al volontariato nella prima età ha un alto valore educativo formativo. Ma resta il fatto che per evitare che la scuola sia una zona franca abbiamo un'unica arma: la persuasione". "Certo è - ricorda però al ministro il presidente dell'Anp-Cida Giorgio Rembado - che i primi a rispettare la legge dobbiamo essere noi. E se nei casi più gravi la norma prevede l'intervento della polizia, noi dobbiamo chiamarla".
Virginia Piccolillo"


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