Corriere: Gelmini: «Alle superiori materie insegnate in inglese». Dubbi dei sindacati
La Cgil: «Bella intenzione, ma come si fa dopo i tagli?». E il ministro annuncia: dal 2012 test unico anche per la maturità
ROMA— «È già legge e dall’anno prossimo alcune materie saranno insegnate in inglese» nelle scuole superiori italiane. L’annuncio del ministro Mariastella Gelmini fa scalpore. Dice il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca: «Apriamo ancora di più il nostro sistema scolastico allo scenario internazionale anche perché non possiamo rassegnarci a veder scendere la nostra scuola nelle classifiche dell’Ocse».
Sull’effettiva internazionalizzazione del curriculum professori e sindacalisti hanno però molti dubbi e sospettano di effetti annuncio, in una scuola messa a dura prova dalle proteste contro i tagli che fanno slittare, qua e là, gli scrutini. «E’ una idea giusta ma che non ha le gambe», dice Mimmo Pantaleo della Cgil scuola. E Massimo Di Menna della Uil, tra lo scettico e l’ironico, aggiunge: «Se la tirano fuori dal cilindro, con un colpo di magia, può essere positiva». Mentre dal mondo della scuola giungono obiezioni spicciole. C’è chi sottolinea che nell’ambito dell’autonomia scolastica «questo già si fa». E chi evidenzia che «dopo i tagli di otto miliardi di euro simili obiettivi fanno sorridere, giacché già quest’anno, diminuendo i precari, si sono viste classi più affollate». Ma i professori non parlano più volentieri. Dopo la circolare del ministero che li ha invitati a non ledere l’immagine del sistema scolastico preferiscono il silenzio. Il quesito condiviso però lo riassume Pantaleo: «Per mettere in pratica questa bella intenzione occorrerebbe potenziare le ore di inglese come quantità e qualità. Ma come si fa se già da quest’anno alle elementari avremo 4 mila insegnanti di inglese in meno, e ad insegnarlo si utilizzeranno maestre che hanno fatto un corso di inglese di sole 150 ore?».
L’annuncio dei corsi in inglese arriva all’indomani di un altro rilancio della Gelmini: «Dal 2012 faremo il test unico nazionale anche alla maturità», ha spiegato il ministro proponendo la prova Invalsi sul modello di quella sostenuta tre giorni fa dai ragazzi di terza media. Un progetto già illustrato un anno fa, ma che non ha fatto passi avanti.
Di Menna fa notare: «Parlando del quinto anno della secondaria la Gelmini forse intende quello che accadrà fra 5 anni. Ma per ora non è previsto. Non escludo che qualche scuola lo farà. C’è chi ha introdotto anche il cinese. Ma non si può scaricare tutto sull’autonomia delle scuole con un "se volete, fatelo"». E aggiunge: «Per introdurre una novità così interessante emoderna si devono supportare le scuole con una sperimentazione che venga monitorata, serve una formazione adeguata. Tutto questo al momento non c’è. E con una gestione con la calcolatrice alla mano, mi sembra difficile ci sia. Oddio, se poi in segreto il ministero ha predisposto tutto, ben venga», dice sorridendo.