Corriere-Fuga dalle lauree scientifiche «Le aziende assumono all’Est»
Progetto di Ministero, Assolombarda e Università per cercare matricole
Mancano chimici e matematici. I rettori: situazione grave
Problemi aziendali: «Le industrie non trovano chimici: devono reclutarli da Slovenia, Croazia e Francia». Problemi educativi: «A nove anni, i nostri studenti sono in ritardo nella scrittura e nella lettura rispetto ai coetanei di altri Paesi». Questioni di metodo - «Ci vuole più impegno nello studio» - e questioni numeriche: «Il rapporto tra ricercatori e cittadinanza attiva è ancora troppo basso». La denuncia arriva dal rettore della Statale, Enrico Decleva, e della Bicocca, Marcello Fontanesi: mancano laureati nelle lauree scientifiche «dure» (fisica, matematica, chimica, scienze materiali), i ragazzi delle superiori snobbano questi indirizzi, serve un piano per rendere «più appetibili» esperimenti e formule. Per raggiungere questo obiettivo, è stato firmato ieri il «Progetto lauree scientifiche», partnership tra ministero dell’Istruzione, Assolombarda e cinque atenei lombardi (Statale, Bicocca, Cattolica di Brescia, dell’Insubria, di Pavia).
Corsi, giornate di orientamento, ore di formazione per insegnanti e studenti, laboratori e test valutativi: sono queste le proposte del ministero per arginare la crisi delle vocazioni. Al progetto (già partito in alcuni atenei e finanziato con 790 mila euro) parteciperanno 149 scuole per un totale di 15 mila ragazzi delle superiori («Ma nei prossimi anni "attaccheremo" anche con le medie, dicono gli organizzatori) che saranno coinvolti nello studio delle materie scientifiche. Anche ai docenti saranno spiegate le tecniche per rendere più accattivanti certe lezioni. «Speriamo - sospira Fontanesi - che i nostri giovani ritrovino l’impegno per essere all’altezza dei laureati dei Paesi emergenti. Altrimenti avranno un futuro di scarse prospettive». È d’accordo Decleva: «Il problema - dice - è che molti diplomati scelgono la lauree umanistiche perché pensano di non fare fatica. Hanno l’idea dell’università parcheggio, ma sbagliano».
E se i ragazzini tra i 10 e i 12 anni dimostrano un certo interesse per la matematica e la fisica, il vero problema è legato agli iscritti alle superiori, cresciuti senza grandi stimoli nei confronti delle materie scientifiche. «Ma con questo progetto - insiste il direttore scolastico regionale, Mario Giacomo Dutto - cercheremo di invertire la tendenza, tra l’altro già in fase di risalita rispetto a qualche anno fa, quando alcuni corsi di fisica rischiarono di chiudere. In ogni caso, il motto rimane uno solo per tutti: studiare, studiare, studiare».
Annachiara Sacchi