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Corriere - Formigoni alla Moratti: anche le Regioni decidano i programmi

Formigoni alla Moratti: anche le Regioni decidano i programmi MILANO - Lettera al ministro Moratti. Il mittente è Roberto Formigoni, presidente della Lombardia. L'oggetto, la nuova scuola region...

19/11/2001
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Corriere della sera

Formigoni alla Moratti: anche le Regioni decidano i programmi

MILANO - Lettera al ministro Moratti. Il mittente è Roberto Formigoni, presidente della Lombardia. L'oggetto, la nuova scuola regionale all'indomani delle modifiche costituzionali. "Ho proposto al ministro alla Pubblica istruzione di metterci intorno ad un tavolo e affrontare l'argomento: cosa facciamo noi e cosa fa lo Stato". Dopo il provvedimento simbolo del buono scuola, arrivato in questi giorni alla seconda edizione, il governatore lombardo non vuole lasciare passare troppo tempo: dal 9 novembre, la costituzione è cambiata. Tra le materie che oggi non sono più esclusiva prerogativa statale, c'è proprio l'antico pallino di Formigoni: l'istruzione. "Definire le rispettive competenze di Stato e Regioni - spiega il presidente - è la base per rinnovare una scuola che voglia mantenersi al passo con l'Europa. L'accordo dovrebbe essere tra Stato e Regioni, ma potrebbe anche riguardare soltanto alcune Regioni". Il programma di Formigoni è ambizioso: riguarda la regionalizzazione dei programmi ("Non vuol dire studiare il dialetto, significa attenzione alle vocazioni e alle eccellenze del territorio"), l'apporto dell'impresa privata ("Penso ad aziende che acquistano la ricerca effettuata nelle scuole"), il ruolo degli insegnanti ("al centro di una scuola rinnovata"). Fino ad arrivare alla rivoluzione più profonda: l'abolizione del valore legale del titolo di studio. "Oggi - dice Formigoni - rappresenta un freno alla qualità. Non penso ci si possa arrivare con uno schiocco di dita, ma il nostro orizzonte deve essere l'abolizione del "pezzo di carta"". Perché l'obiettivo, conclude il presidente, è "la competizione tra scuola e scuola, non quella tra pubblico e privato. Oggi vale il titolo, conta poco quale scuola l'ha rilasciato. Domani si deve poter dire: quella persona ha studiato in quella scuola: la prendo". La parola
al ministro Moratti.


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