Corriere: Fioroni spegne i telefonini in classe
Intervento del ministro della Pubblica istruzione. Da domani tutti gli istituti dovranno aggiornare i propri regolamenti
«Niente cellulare o scatta il sequestro». Bulli, bocciatura in vista
ROMA — Il ministro dell'Istruzione ha zittito i telefonini. In classe dovranno rimanere muti, altrimenti c'è il sequestro. E la restituzione potrà avvenire solo alla presenza del genitore. Le regole antitrillo c'erano, ma vinceva la paura della reazione delle famiglie. Ora, con le linee di indirizzo di Fioroni, non ci sono più alibi e incertezze. Le scuole dovranno inserire nei propri regolamenti e far rispettare il divieto.
Negli ultimi sei mesi nelle scuole è successo di tutto: violenze, umiliazioni inflitte a disabili, situazioni hard riprese col telefonino. Dopo la direttiva antibullismo ora da viale Trastevere arriva una nuova stretta. E non riguarda solo i telefoni. Fioroni invita le famiglie ad una maggiore collaborazione attraverso la sottoscrizione di un Patto sociale con l'istituto e inasprisce le sanzioni per i bulli recidivi che ora rischiano di ripetere l'anno.
DIVIETO — Da domani le scuole dovranno aggiornare i propri regolamenti inserendo il divieto dei cellulari nelle ore di lezione per i prof e i ragazzi e le sanzioni per chi trasgredisce. In casi eccezionali, per comprovate esigenze familiari, per esempio un parente ammalato, si può chiedere una deroga. La «pena» inflitta nella maggior parte dei casi dovrebbe essere il sequestro dell'apparecchio. Farà effetto? «Per vietare l'accesso dei telefonini a scuola - replica il ministro a chi sollecita questa misura - serve una legge». In Europa siamo comunque gli unici, insieme al Land della Baviera (riforma del 2006) ad aver fatto una simile scelta. Per quanto eccezionale, la direttiva di Fioroni ha riscosso fin qui consensi bipartisan. «Meglio tardi che mai», è il commento dell'ex ministro Fi per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo.
Il divieto è già stato introdotto in alcune scuole. Tra queste l'«Emiliani» di Genova, una scuola parificata cattolica. «È vietato in classe l'uso dei telefoni cellulari - recita l'articolo 17 del regolamento - che devono essere tenuti spenti e riposti in cartella: i contravventori saranno puniti con il sequestro dell'apparecchio, che verrà consegnato alla Direzione. Tuttavia ne è consentito l'uso durante la ricreazione».
PATTO — La famiglia si sta allontanando dalla scuola e la scuola rischia di non farcela da sola? Fioroni richiama i genitori alle proprie responsabilità dando la possibilità a ogni istituto di chiedere alle famiglie la sottoscrizione di un «patto sociale di corresponsabilità». Con questo strumento padri e madri si impegnano a rispondere direttamente dell'operato dei propri figli se arrecano danni ad altre persone o alle strutture scolastiche o, più in generale, violano il regolamento di istituto.
SANZIONI — I «bulli» ora rischiano anche di non poter sostenere gli esami. Oltre alla sospensione per 15 giorni, tra le «sanzioni particolarmente incisive» che il ministero della Pubblica istruzione vuole mettere a punto, modificando lo Statuto degli studenti (articoli 4 e 5), ci saranno anche l'esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all'esame di Stato conclusivo del corso di studi. Questa sanzione verrà utilizzata nei casi di «particolare ed estrema gravità», in cui vi siano fatti di rilevanza penale.