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Corriere: Fini sfida Maroni: presidi-spia incostituzionali

Lettera al Viminale: ma non ho ancora avuto risposta. Il ministro vuole resistere: principio da salvaguardare

05/05/2009
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Corriere della sera

Immigrazione Il presidente della Camera: «Ai minori stranieri sarebbe negato il diritto all’istruzione». E il pacchetto-sicurezza torna a rischio

ROMA — Al Viminale dico­no che la lettera doveva rimane­re segreta. E invece il presidente della Camera Gianfranco Fini ha deciso di rendere nota la missi­va spedita il 30 aprile scorso al ministro dell’Interno Roberto Maroni per evidenziare «proble­mi di incostituzionalità» della cosiddetta norma sui «presi­di- spia», che impone la presen­tazione del permesso di soggior­no «a chi chiede una prestazio­ne pubblica», compresa quindi l’iscrizione a scuola. E il possibi­le dialogo si è trasformato nel­l’ennesimo scontro interno alla maggioranza in materia di sicu­rezza, alla vigilia del vertice di governo convocato per decidere se porre la fiducia sul disegno di legge.

Fini — con un’iniziativa subi­to lodata dall’opposizione — chiede di eliminare la norma e co­sì condivide l’iniziativa dei 101 parlamentari che vogliono can­cellare l’analogo provvedimento sui medici. Ma Maroni non sem­bra aver intenzione di arretrare, posizione condivisa e ribadita dalla Lega. Anzi. Alla riunione fis­sata questa mattina avrebbe deci­so di sostenere che «il principio deve essere in ogni modo salva­guardato » e quindi di proporre «il varo di una norma interpreta­tiva per chiarire che non ci sono obblighi di denuncia, ma tenen­do ferma la regola che per vivere in Italia bisogna dimostrare di avere i requisiti».

I collaboratori di entrambi so­stengono che tra i due non c’è stato alcun contatto diretto e in serata è lo stesso presidente del­la Camera a confermare: «Ho po­sto il problema a Maroni, anco­ra non ho avuto risposta». La sua posizione è ben spiegata nel­la lettera: «Ti faccio presente che la disposizione, se da un la­to consente agli stranieri anche se privi del permesso di soggior­no, di accedere alle prestazioni sanitarie pone a questi ultimi dei limiti in ordine all’accesso a pubblici servizi, anche se di ca­rattere essenziale». Anche per­ché di fronte alla mancanza di documenti «scatta l’obbligo di denuncia visto che la clandesti­nità, con questo disegno di leg­ge, diventa reato». Ed ecco la conclusione: «Ai minori stranie­ri verrebbe negata l’iscrizione al­la scuola dell’obbligo ed il conse­guente diritto all’istruzione».

Oggi si parlerà di questo, ma anche della norma già bocciata da Camera e Senato che prolun­ga fino a sei mesi il tempo di per­manenza dei clandestini nei Cen­tri di identificazione ed espulsio­ne, delle ronde, dell’articolo che ha tolto l’obbligo per gli impren­ditori di denunciare il racket. Maroni ha posto le sue condizio­ni: «Se non avrò la certezza del­l’approvazione del pacchetto, il governo metterà la fiducia». Ieri il Guardasigilli Angelino Alfano ha assicurato che «sulle estorsio­ni sarà ripristinato il vecchio te­sto », smentendo così la posizio­ne del suo sottosegretario Giaco­mo Caliendo che aveva invece dato parere favorevole alla modi­fica. Ma su tutto pesa ora la posi­zione di Fini che potrebbe co­stringere l’esecutivo a rimettere in discussione l’intero provvedi­mento.


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