Corriere: Esami di recupero, caos di date
C'è chi chiuderà la pratica il primo luglio. Gli ultimi a Palermo: il 10 settembre. Previsti tanti ricorsi
Gli insegnanti I presidi devono risolvere il problema dei 41 giorni di riposo dei prof. E quello dei corsi da organizzare
Il ministero: debiti da saldare entro il 31 agosto Ma molte scuole faranno le verifiche a settembre
I «ribelli»: Milano, Bologna e Venezia. Hanno ignorato la circolare del ministero e fissato le verifiche finali ai primi di settembre. I «rispettosi »: le scuole di Napoli, quelle vicentine (almeno la maggior parte), Mantova e, in genere, gli istituti professionali. Loro «chiudono il caso» entro il 31 agosto. In mezzo c'è un po' di tutto: gli istituti che «risolvono il problema dei debiti» a luglio, quelli che sforano «perché non si possono richiamare docenti e famiglie dalle vacanze», quelli che si spingono fino all'inizio del prossimo anno scolastico. Nessuna regola certa. Se non gli «intoccabili» 41 giorni di ferie (36 + 4 domeniche + Ferragosto) dei professori. È la Babele degli esami di recupero.
Una volta, fino al 1994, si veniva «rimandati». Un'estate di studio e poi si riparava a settembre. Ora, con le novità introdotte dall'ex ministro Giuseppe Fioroni, i ragazzi con «giudizio sospeso» devono recuperare l'insufficienza entro il 31 agosto. In teoria. Perché la circolare n. 6163 del 4 giugno, firmata dal neoministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, dice così: «I debiti scolastici dovranno essere recuperati entro il 31 agosto 2008. Eventuali proroghe, motivate da particolari esigenze organizzative, dovranno essere adeguatamente valutate anche in relazione alle implicazioni derivanti dall'avvio del prossimo anno scolastico».
Solo motivi giustificati: meglio adeguarsi. E così molti istituti superiori che avevano fissato le verifiche a settembre hanno dovuto fare marcia indietro e anticipare gli esami. Come al liceo scientifico Elio Vittorini di Napoli: «Eravamo orientati anche noi a settembre — dice Isabella Alagia, collaboratrice del preside — ma dopo la circolare abbiamo riconvocato il collegio e abbiamo stabilito il termine entro la fine di luglio. In fondo è meglio così: i ragazzi sono più freschi e, dopo, possono godersi un po' di riposo». Una regola che ha deciso di seguire la maggior parte delle scuole campane (compreso il liceo Umberto I di Napoli, quello del presidente Giorgio Napolitano).
Anche a Roma la maggior parte dei licei ha rispettato il termine fissato da viale Trastevere: verifiche entro il primo luglio allo scientifico Archimede, entro il 22 luglio al classico Tasso. Il preside Achille Acciavatti spiega le sue ragioni: «Posticipando la data degli esami si sarebbero create discriminazioni tra chi può andare a lezioni private e chi no. Meglio chiudere subito. Un altro mese avrebbe solo creato disturbo alle famiglie ». Anche ai professori. Perché se gli esami si chiudono entro luglio, allora i docenti hanno tutto il tempo per smaltire i loro 41 giorni di ferie tra agosto e i primi giorni di settembre. Diversamente (e cioè se si fissano le prove a fine agosto), bisogna arretrare le vacanze a metà luglio (giusto in concomitanza della maturità, un impegno per la stragrande maggioranza dei prof) oppure rinunciare a qualche giorno di mare. «Ma noi insegnanti — dice Salvatore Pace dell'Andis, l'associazione dei presidi — non possiamo recuperare i riposi durante l'anno».
Dunque, accanto a chi ha fatto di tutto per rispettare le regole, ci sono tanti istituti che sforano. Per ragioni climatiche (a Palermo, dove comunque le lezioni iniziano a settembre inoltrato «e non c'è fretta»), per abitudini consolidate (a Milano in agosto non c'è un'anima), per questioni di principio. A Bologna tutte le scuole superiori hanno deciso insieme: verifiche dall'1 al 6 settembre. Lo racconta Domenico Altamura, a capo dello scientifico Righi: «È stata una scelta unanime, era impossibile iniziare prima ». Anche al classico D'Oria di Genova si infrangono le regole («la situazione era troppo confusa», dice il preside Salvatore di Meglio), come al D'Azeglio di Torino, al Parini e al Berchet di Milano e nella maggior parte delle grandi città del Nord: «Sono i genitori a chiedercelo», prosegue Bruna Sinnone, la preside del milanese Besta.
Un po' diversa la situazione in provincia «dove mi risulta — commenta il direttore scolastico della Lombardia, Annamaria Dominici — che ci sia la tendenza a chiudere tutto entro agosto». Come a Mantova, dove si rispettano le regole alla lettera. «Del resto — continua il direttore lombardo — chi ritarda se ne assume la responsabilità. E dovrà inviarmi una motivazione scritta». Più dura la posi
zione della collega del Veneto, Carmela Palumbo, che ai «disobbedienti» di Venezia e Mestre ha risposto: «Le verifiche possono essere fatte a settembre solo in situazioni eccezionali. E le ferie degli insegnanti non sono un motivo eccezionale».
Prove scritte e orali — decide il consiglio di classe — corsi di recupero online, da 15 ore, da 10 ore o studio autonomo («lo prevede la circolare», si difendono i presidi). Ognuno decide in base all'autonomia. La stessa che viene citata proprio dal ministro Gelmini: «Abbiamo fissato al 31 agosto la scadenza "di norma" per il saldo dei debiti. In alcune scuole era già stata predisposta l'attività con l'impegno tassativo di concluderla ai primi giorni di settembre, in ogni caso prima dell'inizio delle lezioni. Non abbiamo voluto disfare questi programmi già stabiliti. Autonomia. Autonomia. Autonomia».
Tutto «abbastanza» chiaro. «In realtà — prosegue Enrico Panini, segretario nazionale dei lavoratori della conoscenza Cgil — il testo ministeriale assomiglia a una doccia scozzese: prima fissa un termine, quindi dice che si può oltrepassarlo, e infine aggiunge che in ogni caso si devono poter organizzare le classi per tempo. Mi sembra un po' involuto. E infatti le scuole non sono a loro agio».
Soprattutto gli istituti professionali «che giocoforza hanno dovuto anticipare tutto a luglio: lì i docenti sono quasi tutti precari ed è un costo richiamarli in servizio a settembre», spiega il sindacalista milanese Attilio Paparazzo. «La verità — aggiunge Francesco Buccino della Cgil campana — è che più l'indirizzo è importante più si prendono sul serio i corsi di recupero e, di conseguenza, le verifiche slittano a settembre. Come al solito ci sono alunni di serie A e di serie B».
Che siano a luglio o a settembre, a Nord o a Sud, in un professionale o in un classico, di una cosa sono certi i presidi: «Saremo sommersi dai ricorsi». Carlo Pedretti del Parini di Milano analizza: «Se avessimo anticipato le verifiche a luglio i genitori avrebbero risposto — tramite avvocati — che ai loro figli era stato sottratto un mese di studio». Del resto «se si va a settembre — risponde Pace dell'Andis — siamo comunque a rischio perché la norma non è stata rispettata in tutti i suoi punti». E conclude: «Il problema però è didattico. La scuola non è una fabbrica di rubinetti. I ragazzi devono avere il tempo per studiare».
Accanto alle date dell'esame ci sono quelle dei corsi. Che molti devono ancora fissare
Annachiara Sacchi