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Corriere: Epifani: il Paese insorge, ora serve il dialogo

Il leader Cgil non firma l'intesa sugli statali: Cisl e Uil sbagliano, conseguenze sui nostri rapporti

31/10/2008
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Corriere della sera

Statali e tute blu già pronti allo sciopero generale a dicembre Nerozzi (Pd): il decreto Gelmini come l'articolo 18

ROMA — «È un intero Paese che insorge». Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, di solito misurato, questa volta si fa prendere la mano. Ma del resto piazza del Popolo è piena, la manifestazione contro la riforma della scuola è riuscita. E a Epifani è capitato perfino di essere applaudito dagli studenti che, lungo il corteo, gli hanno chiesto anche autografi e di farsi fotografare. Non è poco, se si pensa che fino a qualche settimana fa il sindacato, «l'altra casta», viveva un momento di forte impopolarità. Adesso la riscossa sembra ripartire dalla scuola, dagli studenti. Ne è convinto anche Paolo Nerozzi, fino alle ultime elezioni nella segreteria Cgil con la responsabilità del pubblico impiego, e ora parlamentare del Pd: «Il decreto sulla scuola finirà come quello sulle modifiche dell'art.18 (tutela contro i licenziamenti, ndr.), che non venne mai applicato». Parole che anticipano di qualche ora la rottura tra la Cgil da una parte e la Cisl e la Uil, come nel 2002. Allora fu sull'articolo 18, ieri sul pubblico impiego.

Epifani, infatti, non ha firmato a Palazzo Chigi l'accordo sul rinnovo dei contratti per 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici. I segretari di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Ange-letti, invece sì. I tre leader avevano partecipato alla manifestazione sulla scuola, proclamata unitariamente settimane fa, ma già sapevano che di li a poco si sarebbero divisi. Per la Cgil i 70 euro lordi di aumento medio per il biennio 2008-2009 offerti dal governo sono inaccettabili. Spiega Carlo Podda, leader della Funzione pubblica della Cgil: «Nei due bienni precedenti abbiamo preso 101 e 105 euro e l'inflazione era la metà di quella attuale».

Bonanni replica ammettendo che 70 euro lordi non sono molti, ma aggiunge che bisogna tener conto della crisi e sottolinea quello che forse è il risultato più importante, cioè il ripristino delle voci accessorie di stipendio che altrimenti sarebbero state tagliate dal prossimo anno, con decurtazioni che potevano arrivare, secondo i casi, ad alcune centinaia di euro al mese. Quanto alla rottura con la Cgil si limita a esprimere «rammarico». Più duro, invece, Angeletti, che accusa la Cgil di fare politica. La rottura di ieri, la prima nel pubblico impiego, «non sarà senza conseguenze», sentenzia Epifani, che accusa Cisl e Uil di aver fatto un «grave errore».

Oggi il leader della Cgil, che ieri ha chiesto al governo di prendere atto della protesta e riaprire il dialogo, chiuderà l'assemblea dei delegati Fiom, che proclamerà lo sciopero generale dei metalmeccanici con manifestazione a Roma per venerdì 5 dicembre. Dovrebbe essere lo stesso Epifani a tenere il comizio a piazza San Giovanni. E ieri Podda ha ipotizzato uno sciopero generale dei dipendenti pubblici per i primi di settembre. Ovviamente si parla sempre di iniziative della sola Cgil. Che a questo punto è tentata dal lanciare lo sciopero generale di tutti i lavoratori. Senza la Cisl e senza la Uil.


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