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Corriere-Elezioni nelle scuole, la fuga dei genitori

VITA DI CLASSE A Milano sempre meno interesse verso gli organi collegiali. Ma nel resto d'Europa resta alta la partecipazione Elezioni nelle scuole, la fuga dei genitori I presidi: un errore dis...

15/11/2005
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Corriere della sera

VITA DI CLASSE A Milano sempre meno interesse verso gli organi collegiali. Ma nel resto d'Europa resta alta la partecipazione

Elezioni nelle scuole, la fuga dei genitori

I presidi: un errore disertare gli incontri. I professori: mamme e papà in assemblea solo se si parla di mense o malattie

Una formalità da sbrigare nel minor tempo possibile. Una seccatura in più tra i mille impegni della giornata. Elezioni dei genitori nei consigli di istituto, questo è il problema. Quello che in Francia è un appuntamento fortemente sentito dall'intera comunità scolastica (tanto da comparire sulle prime pagine dei settimanali), in Italia - peggio ancora a Milano - diventa un ostacolo da evitare in qualunque modo. "Troppo lavoro", si scusano i genitori. Ma il risultato, rivelano i presidi, è che le famiglie partecipano pochissimo alla vita della scuola, dalla scelta dei rappresentanti alle assemblee di classe. Le "comparsate" di mamme e papà diminuiscono con gli anni: qualcuna alle elementari, quasi nessuna alle superiori. Di associazioni dei genitori, poi (in Francia ce ne sono a centinaia, organizzate come veri e propri sindacati), neanche a parlarne.
"Quando, nel 1974, nacquero i consigli di istituto - racconta Francesca Altomare Lavizzari, preside della scuola di via Anco Marzio -, alle elezioni si presentavano più liste di genitori. Ora, invece, si fa fatica a formare un'unica lista".
Alle elezioni dei rappresentanti di classe "va bene quando si presentano i due terzi dei votanti", dicono gli insegnanti. Tempi che cambiano, confermano i presidi. Come Gianni Gandola, a capo dell'elementare di viale Mugello: "Fino agli anni Settanta - spiega - i genitori erano tagliati fuori da quello che succedeva in classe. Oggi non è più così, ma la disaffezione nei nostri confronti è andata aumentando. Le assemblee sono strapiene solo quando si parla di mensa o di pidocchi. Se invece proponiamo una discussione sul portfolio, è un successo se arrivano dieci mamme".
Poi ci sono gli stranieri, sempre più presenti negli istituti milanesi e lombardi, ma poco attivi (per ragioni linguistiche) nella vita della scuola.
Unica eccezione, i comitati di genitori nati sull'onda delle mobilitazioni contro la riforma disegnata dal ministro Moratti. Il gruppo più folto - e combattivo - è quello di Retescuole che da anni organizza presidi (l'ultimo risale a sabato) e manifestazioni. "E sono già diminuiti da quando la riforma è passata", sospira Gandola.
Ma è alle superiori che l'assenteismo dei genitori è quasi totale: "Varcano le porte di licei e istituti tecnici - si lamentano i capi di istituto - solo per parlare con i professori". Clara Magistrelli, preside del professionale Caterina da Siena, analizza: "Le famiglie fanno l'errore di delegare tutto alla scuola. Ma c'è anche una sorta di stanchezza a capire le opportunità della partecipazione. Da parte di tutti: insegnanti, genitori, studenti".

Annachiara Sacchi


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