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Corriere: E la Cgil sfida Brunetta: garante anti-fannulloni

Statali

20/06/2008
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Corriere della sera

ROMA — Il ciclone Brunetta non è passato invano. Tanto da costringere la Cgil a presentare ieri un decalogo per la riforma della pubblica amministrazione da opporre al piano del ministro. Decalogo che contiene anche proposte che sembrano voler sfidare Renato Brunetta sul terreno della lotta ai fannulloni. Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, e quello della Funzione pubblica-Cgil, Carlo Podda, hanno spiegato in una conferenza stampa che bisognerebbe istituire in ogni amministrazione «un responsabile per la generalizzata, completa e corretta attuazione della normativa finalizzata a contrastare l'assenteismo, l'illegalità e la corruzione». Questo responsabile, ha spiegato Podda, avrebbe il compito di segnalare alla stessa amministrazione, ma anche ai cittadini, tutti i casi in cui le norme contro i fannulloni («i lavoratori infedeli», preferisce chiamarli Podda) non vengono applicate e perché. Insomma, una specie di supervisore del corretto operato degli stessi dirigenti. «Negli ultimi due anni sono stati licenziati 120 dipendenti pubblici — ha detto il leader della Fp-Cgil —. Come ha riconosciuto lo stesso Brunetta le norme ci sono. Solo che non sempre vengono applicate. Faccio un esempio. Tutte le amministrazioni pubbliche devono inviare la visita fiscale già al primo giorno di malattia, ma solo alcune lo fanno, anche perché non hanno i soldi, e magari lo fanno per certi dipendenti ma non per altri».
La Cgil propone tra l'altro anche: l'azzeramento delle consulenze in atto, il taglio del 10% dei dirigenti, di «assegnare una quota di produttività al merito individuale» e l'«erogazione di specifici premi di produttività sulla base del giudizio dei cittadini». Proposte che richiamano quelle contenute nel disegno di legge Ichino-Treu presentato il 5 giugno scorso e che ha tra i firmatari anche gli ex segretari confederali della Cgil Paolo Nerozzi e Achille Passoni (ora anche loro parlamentari del Pd). Si avvicinano quindi le posizioni della Cgil e del ministro della Pubblica amministrazione? Forse sì. Ma Epifani e Podda avvertono: la riforma non si può discutere solo con Brunetta, vogliamo una trattativa con Palazzo Chigi.


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