Corriere-È disabile, umiliata in classe
È disabile, umiliata in classe Centocelle: liceale chiede di essere portata in bagno. "Fattela addosso" Vive da sempre su una sedia a rotelle, ma il suo handicap non le impedisce una vi...
È disabile, umiliata in classe
Centocelle: liceale chiede di essere portata in bagno. "Fattela addosso"
Vive da sempre su una sedia a rotelle, ma il suo handicap non le impedisce una vita piena: è una ragazza serena, ama studiare, ha tanti amici e frequenta il liceo classico "San Benedetto da Norcia", nel suo quartiere a Centocelle. Ma per Katiuscia, 15 anni e doppia emiparesi spastica, la frequenza a scuola è resa difficile dall'assenza del personale previsto dalla legge per l'assistenza e, per le maniere poco civili, a detta della madre, del personale non docente dell'isituto. Il fondo è stato toccato giovedì scorso, quando una bidella in classe invece di aiutarla a recarsi in bagno le ha consigliato di rimanere a casa. "Per me te la puoi anche fare addosso", le avrebbe detto la dipendente, stando a quanto riferito dalla madre, Teresa Eroe. Katiuscia è tornata a casa scossa e amareggiata, "nonostante la solidarietà e l'affetto di compagni e insegnanti".
"Chiedo solo serenità per mia figlia - spiega la mamma, che ha scelto di non lavorare per accudirla - non so di preciso di chi siano le responsabilità, il preside mi assicura di avere presentato le richieste previste dalla legge, ma il problema è anche la scarsa considerazione da parte di alcuni dipendenti della scuola". E racconta l'odissea quotidiana della figlia che "dall'inizio dell'anno deve spesso sopportare le maniere sgarbate di chi dovrebbe aiutarla".
"Per fortuna - aggiunge fra le lacrime - gli insegnanti e gli studenti sono meravigliosi, sempre pronti ad aiutarla e a rendere meno pesante la sua condizione. Ma giovedì si è passato il limite. Quando Katiuscia ha chiesto di essere accompagnata in bagno, una sua compagna è andata ad avvisare la bidella e l'insegnante ha chiamato una collega che, e la ringrazio, fin dall'inizio si è resa disponibile ad assistere Katiuscia. Una volta in classe la bidella si è rivolta in modo offensivo a mia figlia, anche dicendole "che vieni a fare a scuola?"".
Tornata a casa Katiuscia in lacrime ha chiesto aiuto. "Io sono distrutta, lo scorso anno per un mese sono stata a scuola dalle 9 e fino alla fine delle lezioni, per accompagnare mia figlia al bagno in attesa che arrivasse il sostegno previsto dalla legge. Non so cosa posso fare di più, aiutatemi a garantire a Katiuscia il diritto allo studio in condizioni più umane", è l'appello della signora.
Eppure in tanti vogliono bene a Katiuscia: a bordo del pulmino per la scuola per esempio suonano le note delle canzoni di Renato Zero che la ragazza adora. "Anche per queste piccole grandi cose lei - spiega la mamma - è felice di andare a scuola. Ma ora il peso della mortificazione è diventato troppo pesante".
Intanto l'assessore provinciale alla Famiglia Claudio Cecchini annuncia: "Sono indignato, ma da lunedì per Katiuscia sarà presente a scuola l'operatore inviato dalla Provincia. Era già nei programmi anche se i tempi purtroppo sono slittati". E aggiunge: "Noi, e il Comune per le scuole di sua competenza, tentiamo di rimediare alla mancanza di fondi delle scuole. Noi garantiamo 121 operatori, con una spesa di oltre 2 milioni, ma ce ne vorrebbero 232". La difficoltà, spiega Cecchini "è anche quella di trovare operatori disponibili". Il preside dell'istituto, Massimo Felli, avvierà un'inchiesta interna: "Chiederò spiegazioni scritte ai collaboratori scolastici. E' vero comunque che da una settimana ci sono solo due collaboratori scolasti a fare il lavoro di 9, gli altri sono in malattia. E trovare dei supplenti è ogni anno più difficile".
Cronaca di Roma