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Corriere-Doposcuola "parcheggio" Ma serve il tempo pieno?

Doposcuola "parcheggio" Ma serve il tempo pieno? Vogliamo capire qualcosa della riforma Moratti delle scuole elementari? Il ministro Moratti era partita da un'idea sparagnina: riduciamo l'impegno...

05/03/2004
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Corriere della sera

Doposcuola "parcheggio" Ma serve il tempo pieno?

Vogliamo capire qualcosa della riforma Moratti delle scuole elementari? Il ministro Moratti era partita da un'idea sparagnina: riduciamo l'impegno degli insegnanti da 40 a 27 ore. Se dobbiamo dire la verità i nostri figli, che adesso hanno 30-40 anni, non andavano a scuola al pomeriggio. Poi è venuto il tempo pieno e le famiglie ne hanno approfittato all'85%. E' ovvio che quando entrambi i genitori lavorano, è un prezioso aiuto per le famiglie. Secondo la protesta attuale, nelle ore pomeridiane i ragazzi imparano moltissimo. Ma è vero? Le giovani madri vedono i piccoli tornare a casa con orribili quaderni, zeppi di errori. Vanno a parlare con gli insegnanti e chiedono: "Ma perché non correggete gli errori? Come fanno i bambini a imparare?". La risposta, più spesso, è: "Ma chi ha tempo di correggere i quaderni? E poi, non si possono umiliare i bambini". Se questo è il problema ci sono due soluzioni: migliorare la scuola, partendo dagli insegnanti, o abolire il tempo pieno. Il ministro ha scelto la seconda strada. Poi, sulla spinta della protesta, ha fatto marcia indietro e ha detto: vi do 27 ore più 3 più 10, che fa ancora 40. Ma è un doposcuola, un parcheggio. Libere le famiglie di portare a scuola insegnanti di valore, ma a loro spese. Protesta delle famiglie: non vogliamo tornare al doposcuola, il tempo pieno didattico è una conquista da cui non si torna indietro. Le famiglie sono dunque soddisfatte della scuola che hanno? Mi stupisce. A meno che tutti si siano adattati al fatto che non serve far di conto perché ci sono le calcolatrici, non serve saper scrivere, tanto "ke CZ vuoi?" sanno tutti che è l'equivalente di "che cosa vuoi?". Perché perder tempo in grammatica e sintassi? L'importante è saper comunicare. Basta che il chirurgo sappia operare: avrà una segretaria che scrive la cartella clinica.
franco_morganti@libero.it


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