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Corriere-Devolution, via libera ai poteri delle Regioni

Il Polo vota l'articolo che dà agli enti competenze esclusive su sanità, scuola e polizia amministrativa. Interesse nazionale, salta la commissione paritetica Devolution, via libera ai p...

29/09/2004
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Corriere della sera

Il Polo vota l'articolo che dà agli enti competenze esclusive su sanità, scuola e polizia amministrativa. Interesse nazionale, salta la commissione paritetica

Devolution, via libera ai poteri delle Regioni

Berlusconi al centrosinistra: unità come sulle due Simone. L'opposizione protesta. Bossi: bravo Calderoli

ROMA - La devolution entra a fare parte della Costituzione alle 17,28, quando l'aula di Montecitorio approva (261 sì, 208 no, 6 astenuti) l'articolo 34 del progetto di riforma che modifica a sua volta l'articolo 117 della nostra carta fondamentale. Un voto, questo, che viene salutato da un lungo applauso dei deputati della Casa delle libertà. Un voto che scalda il cuore di Umberto Bossi e che gli fa esprimere "un apprezzamento a Roberto Calderoli per avere portato avanti una riforma difficile, il tempo poi perfezionerà le cose".

COMPETENZE - In pratica con il via libera di ieri si ridisegnano le competenze legislative di Stato e Regioni. Quest'ultime avranno la potestà esclusiva di fare leggi su alcune specifiche materie (assistenza e organizzazione sanitaria, su organizzazione scolastica e gestione degli istituti di formazione di specifico interesse specifico delle Regioni, sulla polizia amministrativa regionale e locale). Non solo. Nella nuova formulazione dell'articolo 117 si legge che le Regioni potranno avere la potestà esclusiva anche "su ogni altra materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato".
Il voto di ieri, che ha visto da un lato la maggioranza compatta a sostegno della riforma e dall'altro le opposizioni nettamente contrarie, non deve però pregiudicare il dialogo tra i due schieramenti. L'invito, esplicito, è del premier Silvio Berlusconi, giunto precipitosamente nell'emiciclo di Montecitorio per annunciare la liberazione delle due ragazze sequestrate in Iraq. Berlusconi, alla fine del suo breve intervento, esprime infatti "l'auspicio cordialissimo di tutto il governo" affinché si riesca a trovare una "comunità d'intenti con l'opposizione" non solo in vicende come quella appunto delle due Simone. "Credo - dice in proposito - che tutti noi avremmo da guadagnare e avrebbe da guadagnare tutto il Paese". E su questo concetto il premier insiste: "Le riforme possono migliorare questo Paese e non, come qualcuno teme, rendere più difficile l'operatività parlamentare".

DIALOGO - Berlusconi, insomma, difende il progetto di riordino istituzionale appena votato e garantisce che "è intenzione del governo approfondire in ogni dettaglio questa riforma, tenendo in grandissima considerazione le osservazioni che verranno formulate dall'opposizione: è un nostro impegno e lo manterremo". Ma l'appello non convince il centrosinistra. Le parole del premier provocano dei brusii di disapprovazione tra i banchi delle opposizioni. "E' un invito del tutto inopportuno", è il commento di Oliviero Diliberto (Pdci).

INTERESSE NAZIONALE - La giornata si apre con i deputati delle minoranza che chiedono di intervenire in massa e così facendo rallentano i lavori dell'Aula. In ogni caso, l'assemblea di Montecitorio approva tra l'altro alcune norme che modificano la cosiddetta "bozza Calderoli". Queste norme, redatte dal comitato dei nove della commissione affari costituzionali, semplificano la procedura per attivare la clausola di supremazia, ovvero come tutelare l'interesse nazionale. In pratica, si stabilisce che sarà il Parlamento in seduta comune a decidere se una legge regionale vulnera l'interesse nazionale, e non invece una commissione paritetica come in un primo tempo si era pensato. Infatti il governo può invitare un Consiglio regionale a rivedere una legge se ritenga che leda l'interesse nazionale. Il Consiglio ha quindici giorni di tempo per farlo, ma se trascorrono senza alcun intervento, l'esecutivo può sollevare la questione davanti alle Camere in seduta congiunta che possono annullare la legge. Sarà, però, il Presidente con un decreto di annullamento a decidere in via definitiva sulla sorte della legge regionale incriminata.

VOTO - Infine si passa alle dichiarazioni di voto. Gli esponenti della Casa delle libertà (Saponara, Volontè, Carrara e Fontanini) difendono ovviamente la devolution, quelli delle opposizioni invitano la maggioranza a fermarsi per riflettere e preannunciano il voto contrario. Il diessino Violante, in particolare, pronostica per effetto di questa legge "l'apertura di un conflitto continuo su tante materie tra pezzi dello Stato, e un disordine istituzionale al quale sarà difficile porre rimedio".
Oggi si continua a esaminare la riforma che dovrebbe essere approvata a Montecitorio entro l'8 ottobre, anche se è probabile uno slittamento di qualche giorno. Dopo il sì della Camera, il testo dovrà essere rivisto dal Senato, e poi tornare ancora un'altra volta in entrambi i rami del Parlamento per il varo definitivo.
Lorenzo Fuccaro

Politica


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