Corriere della sera - "Più fondi alla scuola pubblica"
Alla giornata di protesta partecipa anche il personale non docente. La Cgil: un buon risultato "Più fondi alla scuola pubblica" Studenti e prof in piazza insieme contro la Moratti. "Le private?...
Alla giornata di protesta partecipa anche il personale non docente. La Cgil: un buon risultato
"Più fondi alla scuola pubblica"
Studenti e prof in piazza insieme contro la Moratti. "Le private? Diplomifici"
LO SCIOPERO
Professori e studenti in piazza "Più risorse alla scuola pubblica"
Professori e studenti in piazza. Contro la politica scolastica della Moratti "che svuota la scuola pubblica". E contro la "Finanziaria di guerra che toglie fondi all'istruzione pubblica". Grande adesione allo sciopero generale della scuola, proclamato ieri da Cgil, Gilda e Unicobas. Circa il 40 per cento di docenti, presidi e bidelli non è entrato in classe: in cinquemila hanno sfilato in corteo da piazza Diaz, sede della direzione regionale scolastica, fino a corso Monforte, davanti alla sede della Prefettura, dove hanno organizzato un presidio. Tra i motivi della protesta, la richiesta di più fondi per la scuola pubblica, "tagliati per finanziare le spese di guerra", e l'opposizione alla parità delle scuole private con le pubbliche, "un pericolo per la qualità dell'istruzione, abbassata al livello dei "diplomifici" privati". Soddisfatti i sindacati, "è stato un successo", che però adesso aspettano "risposte e impegni" da parte del ministero. Sciopero ridotto, invece, per il personale scolastico iscritto alla Cisl e alla Uil: ieri hanno incrociato le braccia solo per la prima ora di lezione. "Noi - hanno fatto sapere - aspettiamo l'incontro con la Moratti del 28 novembre".
"Tutti compatti, contro la Moratti". Arrabbiati, agguerriti, decisi a combattere per la loro professionalità. Docenti, presidi, bidelli. E studenti, per una volta in corteo a fianco dei loro prof. In sciopero e in piazza. Per protestare contro la politica scolastica del ministro Letizia Moratti, "un vero attacco alla scuola pubblica italiana". Per chiedere più fondi da investire nella formazione e nella ricerca. Per rifiutare la parità delle scuole private, i "diplomifici", con le pubbliche. Per bocciare la "finanziaria di guerra". In tutto duemila le persone, secondo le forze dell'ordine, cinquemila secondo la Cgil, che hanno sfilato da piazza Diaz, sede della direzione regionale scolastica, fino a corso Monforte, davanti alla prefettura, per far conoscere le ragioni dello sciopero nazionale della scuola, che solo a Milano ha coinvolto circa il 40 per cento dei docenti e non docenti (segretari e bidelli) di materne, elementari, medie e superiori. Ma anche tanti studenti. Dell'Uds, ma anche delle singole scuole. "È doveroso scendere in piazza con i prof", spiega Paolo, del collettivo Rebelde del Parini. "Siamo qui con voi per difendere la scuola pubblica - urla dal microfono Giulio dell'Itsos - viva la scuola pubblica!".
Insomma, lo sciopero è stato "un successo", secondo Wolfango Pirelli, segretario regionale della Cgil scuola, che aggiunge: "Ora aspettiamo risposte ed impegni", altrimenti "la mobilitazione dovrà proseguire nelle prossime settimane". È soddisfatto anche Antonio Panzeri, segretario generale della Cgil milanese: "Con questo sciopero, abbiamo raggiunto tre obiettivi: dimostrato che l'idea di scuola che vuole dare la Moratti è inaccettabile; spiegato che bisogna aumentare gli investimenti pluriennali nella scuola, per farli arrivare al livello di quelli europei". E poi gli stipendi dei professori: "Da adeguare a quelli dei loro colleghi europei: bisogna investire di più su formazione, ricerca e diritto allo studio per difendere la scuola pubblica".
Ma lo sciopero di ieri mattina ha visto i sindacati divisi. Se Cgil, Gilda e Unicobas hanno deciso di proclamare l'astensione dal lavoro di tutto il personale scolastico per l'intera giornata, Cisl e Uil hanno preferito incrociare le braccia solo per la prima ora di lezione. "Il nostro sciopero - spiega Rita Frigerio della Cisl - era per protestare contro le risorse destinate dalla Finanziaria allo stipendio dei docenti, in cui non è stata considerata l'inflazione reale". Sugli altri punti, contestati dagli altri sindacati, la Cisl si dichiara invece soddisfatta: "Abbiamo ottenuto dei cambi nella legge - continua la Frigerio - e adesso aspettiamo l'incontro con la Moratti del 28 novembre, in cui si parlerà degli investimenti sulla scuola".
E c'è anche chi non ha scioperato. Come lo Snals e l'Unams. Come Alessandro Dutto, dirigente scolastico dell'istituto alberghiero di Brescia: "Questo è solo uno sciopero politico, aspettiamo l'incontro del 28 novembre e poi si vedrà".
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