Corriere: «Decidono i prof, noi abbiamo le mani legate»
i presidi
ROMA — Le associazioni dei consumatori se la prendono con le scuole. Sono loro, dicono, d'accordo con le case editrici, a pretendere che le famiglie acquistino sempre nuovi libri spendendo di più.
«I presidi non hanno l'ultima parola sulla scelta dei libri. Gli insegnanti hanno l'abitudine di scegliere come credono, sulla base della libertà di insegnamento, anche per puri motivi di apprezzamento personale, senza guardare al peso economico complessivo. E nessuno si sognerebbe mai di urtare la suscettibilità di un collega contestando, anche solo per ragioni di prezzo, la scelta di un altro».
Non nega il caro-libri il presidente dell'Associazione dirigenti scolastici Giorgio Rembado anche se propende per un eccesso di libertà piuttosto che per una collusione docenti-case editrici.
Che cosa possono fare i dirigenti per far rispettare il tetto fissato dal ministero?
«Non possono fare nulla. Non hanno strumenti per far sì che il collegio dei docenti, unico organo competente a decidere, scelga secondo le indicazioni del ministero. Questo è il punto. Forse i presidi dovrebbero avere un maggior potere di controllo sulla spesa».
Ma i presidi non hanno proprio il compito, tra gli altri, di controllare e contenere la spesa?
«Sì, ma sui libri alla fine è il collegio a decidere