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Corriere-Contro il ddl Moratti, altro corteo. Il 15 marzo

I sindacati: "Massiccia adesione, atenei deserti, non ci aspettavamo una simile risposta" Contro il ddl Moratti,...

03/03/2005
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Corriere della sera

I sindacati: "Massiccia adesione, atenei deserti, non ci aspettavamo una simile risposta"
Contro il ddl Moratti, altro corteo. Il 15 marzo
"Siamo scesi in piazza per chiedere un investimento pubblico maggiore per la ricerca"
Quando il corteo s'allontana, poco dopo le undici, alla Sapienza restano facoltà, bar e vialetti: l'ateneo più grande d'Europa è, semplicemente, deserto. "Il giorno di protesta è riuscito", dicono un po' tutti, dalla Cgil agli studenti alla Rete Nazionale Precari. Per Roma, ieri attraversata dal corteo - dall'ateneo al Ministero in via XX Settembre - la protesta è tutt'altro che finita. "Prima di Pasqua - dice Marco Merafina del Coordinamento ricercatori precari - faremo una manifestazione nazionale". Con ogni probabilità sarà tra una decina di giorni, il 15 marzo sembra la data più probabile. "La Sapienza era deserta e l'adesione è stata massiccia - dice Merafina - non ci aspettavamo una simile risposta". Che invece c'è stata: al grido di "Contro la riforma non basta più parlare, è ora di scioperare" studenti, ricercatori e professori della Sapienza hanno sfilato da piazzale Aldo Moro, poi per viale dell'Università, via Morgagni, Porta Pia e via XX Settembre. I manifestanti - ieri qualche centinaio - chiedono il ritiro del ddl Moratti e denunciano la mancanza di fondi per l'Università pubblica, e il pericolo della precarizzazione, oltre alla scarsa qualità dell'insegnamento negli atenei italiani. Un corteo colorato da striscioni e animato dalla musica diffusa dalle casse di un camioncino alla testa del lungo cordone. "Un solo esubero: Moratti", è il cartello innalzato dai ricercatori precari; "Nuoce gravemente alla salute della ricerca pubblica", è invece scritto su un grande pacchetto di sigarette che riporta il nome del ministro dell' istruzione.
"Siamo scesi in piazza - ha spiegato Giuseppe Allegri, un ricercatore precario della facoltà di giurisprudenza della Sapienza - per chiedere un investimento pubblico maggiore alla ricerca universitaria e per garanzie nei confronti di noi precari che non abbiamo alcun reddito". "È una riforma sbagliata - ha aggiunto una professoressa della facoltà di psicologia. Rischiamo di cancellare la qualità dalle nostre università, a causa soprattutto della mancanza di fondi da destinare alla pubblica istruzione"."Oltre 350 mila sono i precari nel nostro Paese - ha spiegato un lavoratore - i contratti sono quelli di Co.co.co., a progetto e a tempo determinato. Proprio questa mattina abbiamo saputo che venerdì prossimo alle 10 potremo incontrare il sottosegretario Armosino con l'apertura di una trattativa". Dialogo che proseguirà: "Il centrosinistra ha chiesto a noi della Rete Precari di preparare gli emendamenti". Se niente cambierà, il 15 marzo La Sapienza sarà ancora sinonimo di protesta.


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