Corriere: Contratto statali, si tratta sui tempi
Il governo: aumento di 101 euro ma accordo triennale. La Cgil frena
ROMA — Trattativa a oltranza nella notte per trovare un accordo sul rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici per il biennio 2006-2007. A causa delle divisioni nel sindacato, alle 2.30 era ancora in corso il vertice cominciato ieri alle 21.30 a Palazzo Chigi, dove il presidente del Consiglio, Romano Prodi, accompagnato dai ministri della Funzione pubblica, Luigi Nicolais, e dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, ha convocato i sindacati per chiudere la partita ed evitare così gli scioperi generali di venerdì prossimo dei dipendenti pubblici e di lunedì 4 giugno del personale della scuola.
Verso l'una di notte l'intesa sembrava a portata di mano, quando Prodi ha proposto di chiudere la questione economica stabilendo un aumento medio delle retribuzioni di 101 euro, ma con decorrenza primo febbraio 2007 anziché primo gennaio 2007 come era stata la richiesta iniziale di Cgil, Cisl e Uil. Ma poi la trattativa è tornata in alto mare davanti alla difficoltà della Cgil di accettare la richiesta dello stesso premier di allungare la durata dei contratti pubblici (sia pure i prossimi) da due a tre anni. Sono venute fuori le divisioni del sindacato, con la Cisl di Raffaele Bonanni pronta a prendere un impegno per questa riforma e la Cgil di Guglielmo Epifani contraria. La tensione è salita, con vivaci scambi tra gli stessi Bonanni ed Epifani.
Il braccio di ferro fra governo e sindacati era iniziato con una prima proposta di Prodi di aumenti medi di 101 euro, ma con decorrenza 31 dicembre 2007 e la richiesta ai sindacati di sottoscrivere un impegno per arrivare entro il 15 luglio a un'intesa sulla triennalizzazione del contratto dei dipendenti pubblici. Verso le 22.30 il vertice è stato interrotto su richiesta di Cgil, Cisl e Uil che si sono riunite per valutare la proposta. Subito sono esplosi i contrasti, ma poi nei tre leader sindacali ha prevalso la volontà di non rompere il fronte sindacale in una fase molto delicata (è aperta tra l'altro l'importante partita della riforma della previdenza).
Per questo, dopo una lunga discussione, Epifani, Bonanni e Angeletti hanno deciso di tornare da Prodi con una controproposta frutto della mediazione fra loro. Cgil, Cisl e Uil hanno così proposto un piccolo slittamento nella decorrenza dell'aumento a 101 euro (non più il primo gennaio 2007 come chiedevano inizialmente, ma il 15 gennaio 2007), ma rinviando ai sindacati del pubblico impiego la valutazione sulla eventuale triennalizzazione del prossimo contratto. A questo punto è stato Prodi a chiedere una pausa.
Ripresa la trattativa, il premier ha proposto di chiudere la partita economica fissando al primo febbraio 2007 la decorrenza dei 101 euro, ma ha tenuto ferma la richiesta di arrivare (non più entro il 15 luglio, ma entro il 31 dicembre) a una riforma della contrattazione tale da stabilire la durata triennale degli accordi. A quel punto, al tavolo, si è manifestata tutta l'indisponibilità della Cgil. Non solo della confederazione, ma anche del sindacato di categoria, la Funzione pubblica guidata da Carlo Podda. La Cgil teme infatti il blocco di tutte le vertenze in corso, a cominciare da quella dei metalmeccanici. Disponibili invece Cisl e Uil, da tempo favorevoli a una modifica del modello stabilito con l'accordo del luglio '93. Alle 2 Prodi si è chiuso nel suo studio con Epifani, Bonanni e Angeletti per tentare la stretta.