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Corriere-"Contratto scaduto e stipendi bassi", presidi in rivolta

Assemblea e protesta in piazza Diaz. L'allarme: "I dirigenti scolastici non diventino passacarte" "Contratto scaduto e stipendi bassi", presidi in rivolta Presidi in rivolta. I motivi...

29/10/2004
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Corriere della sera

Assemblea e protesta in piazza Diaz. L'allarme: "I dirigenti scolastici non diventino passacarte"

"Contratto scaduto e stipendi bassi", presidi in rivolta

Presidi in rivolta. I motivi della protesta, coordinata dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, sono soprattutto due: "Il contratto di lavoro scaduto da 1.032 giorni e le retribuzioni inferiori agli stipendi di altri dirigenti statali". Cartelli al collo, volantini in mano. Almeno un centinaio dei 1.306 dirigenti scolastici della Lombardia ieri si è riunito in largo Corsia dei Servi. All'ordine del giorno il rinnovo contrattuale e l'aumento del salario accessorio, un'integrazione retributiva legata alla complessità della scuola diretta. Al termine dell'assemblea una delegazione si è presentata all'Ufficio scolastico regionale, in piazza Diaz. Per essere ricevuta dal suo direttore, Mario Giacomo Dutto.
I presidi in mobilitazione non si definiscono solo "esasperati da un ritardo di quasi tre anni nella firma del nuovo contratto", ma anche "oberati di compiti senza avere la necessaria autonomia per svolgerli". Angelo Marinelli, responsabile regionale della Cgil Scuola, spiega le radici del disagio: "Sullo sfondo c'è il problema contrattuale. È una questione nazionale in cui la Lombardia gioca, però, un ruolo di primo piano dal momento che il suo sistema scolastico è il più importante d'Italia. L'ufficio scolastico regionale dovrebbe farsi, dunque, interprete con Roma del malessere".
Seduti intorno a un tavolo, i presidi hanno avanzato anche richieste da realizzare a livello locale. "Il ruolo del dirigente - spiega Giovanni Miragoli, segretario della Cisl Scuola lombarda - non deve essere sminuito a quello di passacarte. Di più: l'Ufficio regionale deve occuparsi dei ritocchi all'insù dello stipendio legati al salario accessorio". Adesso i presidi guadagnano dai 2.000 ai 2.400 euro netti al mese.
Lo sciopero, però, non è dettato solo da motivazioni legate alla retribuzione. I dirigenti chiedono: "Una scuola autonoma e di qualità, finanziamenti certi per una gestione efficiente della scuola statale, regolari concorsi per il reclutamento del personale". Il direttore regionale, Mario Dutto, ha ascoltato lamentele e richieste: "Condivido alcune preoccupazioni - dice cercando, però, di tranquillizzare gli animi -. Una comunicazione al ministero dell'Istruzione è doverosa". Il 15 novembre c'è una mobilitazione nazionale. Nei giorni prima Dutto incontrerà di nuovo i presidi lombardi. Per cercare un'intesa. Almeno sui punti che riguardano questioni regionali.
Simona Ravizza

Cronaca di Milano


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