Corriere-Computer, inglese e diari di viaggio: così accoglieremo i più piccoli
Computer, inglese e diari di viaggio: così accoglieremo i più piccoli" L'istituto Strampelli, in provincia di Macerata, è stato scelto come centro pilota. "Ci preoccupa un po' la completa riorga...
Computer, inglese e diari di viaggio: così accoglieremo i più piccoli"
L'istituto Strampelli, in provincia di Macerata, è stato scelto come centro pilota. "Ci preoccupa un po' la completa riorganizzazione del team dei docenti"
MILANO - "Partite subito". Il ministero adesso mette fretta agli istituti che hanno ottenuto il via libera per sperimentare la riforma Moratti: dovrà essere assicurato un minimo di 200 giornate di lezione condotte secondo le nuove regole (lo stesso numero minimo di giorni che rende valido un anno scolastico). E dato che in molte regioni una settimana di scuola se n'è già andata, non resta altro tempo da perdere. Maria Gabriella Mercuri, preside dell'Istituto comprensivo "Strampelli" di Castelraimondo, in provincia di Macerata (quattro materne, cinque elementari e tre medie), una delle dieci scuole selezionate per la sperimentazione nelle Marche e una delle 200 d'Italia, riempie d'impegni l'agenda: stasera riunione operativa con gli insegnanti, da domani incontri con i genitori dei ragazzini che cominciano le elementari e la materna. E dalla metà della prossima settimana si parte con la sperimentazione. "Più in fretta di così non si può. Sono tante le questioni di cui dobbiamo ancora discutere". L'ingresso anticipato a cinque anni e mezzo (due e mezzo per la materna)?
"Ci sono sempre stati bambini che hanno fatto la prima elementare da privatista, sostenendo a giugno l'esamino per passare direttamente in seconda, pur di cominciare a studiare a cinque anni. Questa novità ci preoccupa relativamente, anche perché da noi la sfrutteranno in pochi: si tratta di numeri contenuti, meno di dieci bambini. Certo: bisognerà poi vedere come questi alunni più piccoli saranno in grado di apprendere ciò che verrà loro insegnato. Ci sarà qualcuno più capace, qualcun altro più lento. E' una scommessa".
Tutto chiaro?
"Ci è stato illustrato il decreto Moratti, ci sono state date le indicazioni per la formalizzazione degli atti da inoltrare agli organi collegiali e ai comuni. Ma tutto il resto dobbiamo, in un certo senso, inventarcelo da soli".
Paura di non farcela?
"La nostra scuola è avvantaggiata perché nel piano dell'offerta formativa c'è già la lingua inglese e l'informatica (abbiamo laboratori con computer collegati in Rete) fin dalla prima elementare. Quello che ci preoccupa di più è invece la riorganizzazione del team di maestri. Il monte ore di ciascun insegnante andrà rivisto. Per non parlare delle difficoltà didattiche".
Cosa dicono gli insegnanti?
"Quelli coinvolti direttamente nella sperimentazione sono una decina. Hanno qualche ansia, dovranno rimettersi in gioco, reimpostare il proprio lavoro. Tuttavia dei 45 che compongono il nostro collegio docente della scuola elementare, 34 hanno detto sì e solo 9 si sono opposti alla sperimentazione. Le perplessità maggiori riguardano il nuovo maestro tutor. Mentre prima avevamo tre insegnanti su due classi parallele che si dividevano le aree di insegnamento (quella linguistica, quella logico-matematica e quella antropologica), ora le tre aree saranno portate avanti dall'insegnate prevalente. Diciamocelo chiaro: è un tornare indietro. Avevamo fatto tanta fatica per mettere a regime i team di insegnanti e adesso è tutto da rifare. Senza contare che ogni docente ha sviluppato una compentenza nell'area che insegna: un maestro validissimo in linguistica, per esempio, con la sperimentazione dovrà insegnare anche matematica e potrebbe non essere altrettanto preparato".
Cosa cambierà in concreto?
"I bambini avranno un'offerta superiore di laboratori. Il ministero ha dato alcune indicazioni, tipo educazione ambientale ed educazione stradale. Le stiamo studiando. Ma il cambiamento più grosso, insieme all'insegnante tutor, sarà il portfolio: un "diario di viaggio" che gli insegnanti dovranno tenere aggiornato, insieme con i genitori, per analizzare i progressi del bambino. E' un lavoro impegnativo, richiederà tempo ed energie. I docenti sono preoccupati".
Ne varrà la pena? Non era meglio aspettare la riforma, invece di anticiparla?
"Ne abbiamo discusso tanto e alla fine abbiamo deciso di provarci. Sulla validità di questa sperimentazione ho molti dubbi, ma imboccare strade nuove è nel Dna della nostra scuola. I genitori ci hanno incoraggiato. Meglio mettersi in gioco fin da subito, piuttosto che svegliarsi un giorno e ritrovarsi la riforma fra capo e collo".
Daniela Monti