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Corriere: Collaborazione tra gli Atenei per un rilancio internazionale

Il sistema universitario milanese è un patrimonio per la città e il paese

04/07/2006
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Corriere della sera

Collaborazione tra gli Atenei per un rilancio internazionale
di ANGELO PROVASOLI
Il sistema universitario milanese è un patrimonio per la città e il paese. È un patrimonio prima di tutto culturale e di competenze che spaziano dall'economia al design, dalla medicina alla comunicazione, dalle scienze alla formazione artistico-musicale. Senza dubbio le università milanesi sono un punto d'eccellenza della città, un'eccellenza che contribuisce a rendere Milano più attrattiva e competitiva. In quanto patrimonio, però, l'università va tutelata e valorizzata in sé ma soprattutto come leva per la crescita del Paese. I problemi, che in alcuni casi si trasformano in emergenze, sono di diversa natura e coinvolgono, a volte in ugual misura, altre in modo differenziato, sia le università pubbliche sia quelle private. Un primo livello di problemi è di natura locale. Il sistema universitario milanese conta 170mila studenti in 10 istituzioni universitarie. Le università milanesi sono quindi una città nella città che in quanto tale soffre dei problemi tipici di una città: il sistema d'accoglienza, la casa, i trasporti, i servizi. Problemi che da soli sono in grado di minare l'attrattività delle nostre università a livello internazionale.
Ma ai problemi di natura locale si aggiungono quelli di livello nazionale: dai finanziamenti alla ricerca ai meccanismi concorsuali e di carriera interni al mondo accademico fino alle procedure burocratiche per l'ingresso di studenti e ricercatori extraeuropei. Siamo ancora di fronte a problemi che frenano lo sviluppo internazionale delle università.
Il finanziamento alla ricerca non è solo un problema di quantità, ma anche di qualità. È necessario individuare velocemente strumenti che rendano agevole e proficua la collaborazione tra università e imprese a partire dalla completa defiscalizzazione delle donazioni. Allo stesso modo i meccanismi concorsuali non devono e non possono rappresentare un ostacolo all'ingresso di docenti e ricercatori stranieri. L'annoso problema della fuga di cervelli si risolve non richiamando i giovani italiani, ma riuscendo ad attrarre giovani stranieri, creando così un circolo virtuoso, l'unico che nella ricerca possa garantirne lo sviluppo.
L'Italia deve abbattere tutti gli ostacoli, burocratici e di carriera, che impediscono di innescare questo circolo virtuoso. La Bocconi vive particolarmente questo problema e per questo da alcuni anni ha introdotto nuovi e più agevoli contratti che ci assicurano la possibilità di attrarre giovani di elevata qualità che reclutiamo sul job market internazionale. Ma le università, alle quali deve comunque essere garantita la più completa autonomia, non possono e non devono agire isolatamente.

Rettore Università Bocconi


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