Corriere: «Ci diano più risorse, noi ridurremo corsi ed esami»

MILANO — «I tagli in questa misura, e in forma così indiscriminata, sono assolutamente inaccettabili. Se venissero applicati come previsti, nel 2010 arriveremmo a una situazione di collasso generale. Non solo i "non virtuosi", ma quasi tutti gli atenei non sarebbero in grado di chiudere i bilanci». Detto questo: «Abbiamo poco più di un anno per aprire una via di salvezza. E l'unica è una riduzione dei tagli in cambio di un'autoriforma dell'università».
Aldo Schiavone, rettore dell'Istituto italiano di scienze umane, lei dunque propende per il dialogo.
«Certo. Credo che si debba rimettersi intorno a un tavolo, con una soluzione contrattualistica. Gli atenei italiani hanno da un quindicennio un'organizzazione basata largamente sull'autonomia; una scelta preziosa, che molti ci invidiano, ma che è stata spesso usata male».
Autoriforma, quindi. Ma quale?
«Il punto è operare una riduzione drastica di corsi di laurea, materie, numero esami; va razionalizzato il rapporto tra triennali e magistrali, garantito un consenso su una revisione radicale della procedura di reclutamento, introdotto un sistema di valutazione che premi la qualità».
Per il dialogo, però, bisogna essere in due.
«Da anni sostengo che se l'università diventa terreno di scontro politico radicale, è la rovina.
Come la scuola, è un luogo di eccellenza che si costruisce in tempi lunghi, con intese bipartisan. Avevo visto con molto favore un elemento di continuità tra Berlinguer, Zecchino e Moratti; bisogna continuare su questa linea. Non saprei come interpretare i primi segni della Gelmini: mi pare ci siano segnali di buona volontà, ma anche comportamenti che lasciano perplessi. Da sinistra, raccomando prudenza».
Giurista Aldo Schiavone, 63 anni Ga.Ja.