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Corriere: «Churchill? Capo degli Usa» Gli strafalcioni nei test

Studio sulle risposte: 9 ragazzi su 10 hanno difficoltà

26/08/2009
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Corriere della sera

Università L’idea di Padova: escluso chi non supera il corso di recupero di italiano

ROMA — «Winston Chur­chill? Il presidente degli Stati Uniti durante la crisi del ’29», scrive uno studente del secon­do anno di Scienze Politiche. L’opera di Antonio Gramsci du­rante la prigionia? I «Quaderni delle prigioni», risponde un al­tro universitario che fa un po’ di confusione con Silvio Pelli­co. C’è una domanda sul cari­sma. «Può essere trasmesso per via ereditaria o per vicinan­za », è la risposta. Cosa è la bu­rocrazia, altro quesito: «E’ uno dei tre organi dello stato», scri­ve l’universitario. Test d’ingres­so universitari, ma anche com­piti durante l’anno anno acca­demico, farciti di strafalcioni grammaticali, e non solo. Nelle università l’emergenza errori da matita blu, tipo qual’è inve­ce di qual è o del da senza ac­cento che infarciscono gli scrit­ti di un numero molto elevato di matricole e che hanno indot­to diversi atenei ad organizzare corsi di recupero, rischia di es­sere posta in secondo piano da un’emergenza ancora più gra­ve, la difficoltà di comprendere ed elaborare concetti astratti.

Con dei buoni interventi di primo soccorso — alcuni anni fa ha cominciato la facoltà di Lettere dell’ateneo Ca’ Foscari di Venezia — si possono ridur­re gli errori di grammatica. Ma per le difficoltà nell’utilizzo del pensiero astratto non c’è una terapia d’urto. E il rischio vero per le ultime generazioni di stu­denti non è quello di ritrovarsi, dopo la laurea, abbastanza ignoranti, ma di non possedere i requisiti minimi per esercita­re in modo consapevole i dirit­ti di cittadino. A lanciare l’allar­me è il professor Fabrizio To­nello, corso di Istituzioni Politi­che Nordamericane dell’univer­sità di Padova. «C’è un 10 per cento di studenti bravissimi— spiega Tonello - in grado di fa­re cose fantastiche, ma il 90 per cento dei ragazzi che ho esami­nato, e gli altri colleghi concor­dano, non sanno ragionare per schemi astratti a sufficienza per impadronirsi delle nozioni che l’università offre».

Per il momento nella facoltà di Scienze politiche di Padova si sforza di migliorare le abilità linguistiche. Per quelle cogniti­ve il discorso è più complicato. Scienze Politiche potrebbe esse­re la prima facoltà a introdurre uno sbarramento per i ragazzi del primo anno che non riesco­no a superare l’esame al termi­ne del corso di recupero d’ita­liano. Per contrastare gli strafal­cioni vengono organizzati dei corsi di 25 ore. Il «primo soc­corso linguistico» è stato affida­to Matteo Viale, 32 anni, asse­gnista di ricerca di Linguistica italiana, allievo di Michele Cor­telazzo, il docente di Grammati­ca italiana dell’Università di Pa­dova che ha insegnato ai pub­blici dipendenti a non eccedere nel burocratese. «In 25 ore non si può imparare quello che in 10 anni di scuola non si è impa­rato - dice Matteo Viale - . L’im­portante è non avere la puzza sotto il naso. Ho notato che du­rante il corso gli studenti non sembrano affatto annoiati ma ti seguono con attenzione, co­me se si trovassero di fronte a delle grosse novità».

Di errori Viale — un «am­mazza- svarioni» di alto livello — ne ha incontrati parecchi. «Alcuni li ricordo ancora - rac­conta - . Un ragazzo, in un’auto­presentazione, ha scritto: 'mi porta ha migliorare'. In un al­tro compito ho letto aproffondi­re , in altri, più di uno, c’era da

al posto di dà , insomma nessu­na differenza tra verbo e prepo­sizione. Ho trovato anche un’uomo . Anche sul piano del­la costruzione della frase non sono mancate sorprese. Uno studente ha scritto: 'mi sono diplomato nell’anno scolastico 1998-1999 che l’ho concluso con il diploma'. Oppure 'se avevo tempo facevo qualcosa', buono per il parlato ma inadat­to per una tesi universitaria do­ve chi scrive deve sapere usare il tempo delle congetture, il congiuntivo». Per non parlare dei tempi questi sconosciuti: «I partiti di massa furono stati fat­ti dai cittadini per altri cittadi­ni » .

Giulio Benedetti


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