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Corriere: Ca' Foscari Il caso Zacchello Una laurea ad honorem per il mecenate

Dall'ex presidente del porto 800 mila euro di fondi pubblici Venezia, Zacchello ha firmato l'accordo pochi giorni prima di lasciare l'incarico E l'Università lo fa dottore: ha garantito nuovi contributi

14/01/2009
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Corriere della sera

Sergio Rizzo Gian Antonio Stella

U n malloppo val bene una laurea. Così, colma di riconoscenza per un finanziamento di 800mila euro, l'università Ca' Foscari mette oggi all'ordine del giorno la laurea honoris causa del donatore, l'ex presidente dell'Autorità portuale di Venezia. Il quale aveva fatto il regalo coi soldi dell'ente che guidava. Una decisione che apre luminose prospettive a tutti i furbetti della pubblica amministrazione: come resistere alla tentazione di diventare «dottore ad honorem» regalando agli atenei un po' di pubblico denaro?
Il protagonista della storia è Giancarlo Zacchello, 75 anni, un trevigiano che, nonostante grondi di incarichi italiani come un banano gronda di banane, risulta essere residente alla periferia di Villach, la prima cittadina austriaca dopo il confine italiano di Coccau. La stessa località in cui, stando al curriculum dato ai docenti di Ca' Foscari, ha sede la «Seaarland », una «società che fornisce servizi di gestione navale (commerciale, tecnica, armatoriale) per conto terzi» dalla quale sarebbe germogliata la «Seaarland Management Services» di Ginevra.
Un imprenditore dai mille legami internazionali, dai mille interessi, dai mille agganci societari che spaziano dagli affari immobiliari al turismo, dalla tecnologia ai servizi, dalla ricerca medica all'energia e alle banche. Azionista diretto di una decina di società e indirettamente di almeno il doppio di imprese e finanziarie. Benedet- to oggi da dieci incarichi da presidente e quattro da consigliere. In grado di comprare nell'ultimo anno e mezzo un'azienda agricola di 146 ettari («Le Pezzate», a Pordenone) per 6 milioni 387.500 euro e l'albergo Capitol di San Giuliano a Mestre per dieci milioni e mezzo. Il tutto da solo o in parte, attraverso società spesso olandesi come la «Sc Ventures Bv» o la «San Marco Finanziaria», della quale è presidente e il cui capitale risulta custodito per il 97% dalla «Chirona International Bv» e per il 3% dal novantanovenne Antonio Zacchello.
Insomma, un uomo ricco di spirito d'iniziativa. Con forti interessi, da solo o in società, spesso insieme con moglie e parenti vari, di hotel come il «Crowne Plaza Stabiae Sorrento Coast», compagnie di navigazione come «Motia», stabilimenti balneari con ristorante come a Castellammare, società immobiliari come la «Ca' Pianiga» di Mestre, imprese agricole a Musile di Piave con allevamento ittico, fabbriche per la produzione di impianti a cogenerazione di energia quali la «Genera srl» di Arzignano. Una miriade di iniziative che, a volte, gli ha tirato addosso anche roventi polemiche. Come quando, da presidente dell'Autorità Portuale di Venezia (poltrona affidatagli dall'allora ministro dei trasporti Pietro Lunardi su indicazione del governatore veneto Giancarlo Galan), fu al centro di un'affilata inchiesta de «l'Espresso» dedicata ai conflitti d'interesse tra le sue attività e il ruolo pubblico.
In particolare, scrisse Gigi Riva, «disse di essersi liberato della “Multi Service”, azienda fondata da lui stesso e dai suoi familiari che poi, con Zacchello regnante sul porto, ha goduto dell'assegnazione di diverse aree su cui compiere affari d'oro. Fino all'iperbole di un'area comprata per 4 milioni e rivenduta dopo due anni per 15. Tutto bene se non fosse che un'accurata inchiesta condotta da Alessandra Carini per il quotidiano «La nuova Venezia», ha dimostrato come i legami tra Zacchello e la Multi Service non siano del tutto recisi se una società del presidente ha mantenuto un pegno che scade nel maggio 2008 a garanzia del pagamento di 1,4 milioni di euro».
Ma veniamo alla laurea ad honorem.
Punto di partenza, la convenzione firmata da Zacchello nella veste di presidente dell'Autorità Portuale e dal rettore dell'Università Ca' Foscari, Pier Francesco Ghetti. Dove si dice che, partendo da un accordo del 2001, l'Autority pubblica, «interessata allo sviluppo di competenze scientifiche nell'ambito della ricerca e dell'insegnamento del diritto amministrativo applicato al campo marittimo (…) è disposta ad integrare il finanziamento» dando dei soldi all'ateneo per assumere un «professore associato di diritto Amministrativo» e promuovere «un dottorato di ricerca nelle materie suddette». Quanto? «Euro 100.000,00 per ciascuno degli anni dal 2008 al 2015 a valere sugli impegni dei rispettivi anni e con liquidazione entro il 31 dicembre dell'anno di riferimento». Otto anni, ottocentomila euro. Per carità: tutto legittimo. Ma è la data in calce al documento a essere curiosa: 28 marzo 2008. Dieci giorni prima che a Zacchello scada il mandato. Di più: il ministro dei trasporti del governo prodiano, Alessandro Bianchi, ha già dichiarato di non avere alcuna intenzione di rinnovare l'incarico e neppure di concedere al presidente uscente la proroga richiesta di 45 giorni. Una decisione dettata da tutto tranne che da ostilità politiche. Tanto è vero che, pur essendo indicato come vicino a Forza Italia, il nostro aspirante «dottore» sarà scaricato anche dal governo berlusconiano, che il 13 maggio 2008, per mano di Altero Matteoli, metterà al suo posto l'ex sindaco veneziano ed ex ministro ulivista Paolo Costa.
«Ingrati!», penserà il nostro sospirando sulle assunzioni di collaboratori destrorsi che gli avevano tirato addosso le accuse della sinistra. Evidentemente, però, non è ingrata l'Università. Dove il «beau geste » generosamente compiuto dall'amico Giancarlo con quegli ottocentomila euro donati a Ca' Foscari per assumere quel professore associato (e a questo punto sarà curioso vedere come verrà scelto…) non viene dimenticato. Tanto è vero che viene avviato l'iter per concedere all'ormai ex presidente una laurea specialistica ad honorem in «Economia degli scambi internazionali». La faccenda è all'ordine del giorno del Consiglio di facoltà, prima del passaggio al Senato Accademico, proprio questa mattina.
Docente incaricato della laudatio: «il Direttore o altro docente del Dipartimento di Scienze Giuridiche ». Tema della lezione del laureando: «Lo sviluppo dei sistemi portuali tra logistica e mercato». Ma assolutamente spettacolare è la motivazione della laurea. Nero su bianco: «Ha finanziato la didattica e la ricerca nel campo del lavoro marittimo. Ha assicurato la propria disponibilità ad ulteriori finanziamenti per la didattica e la ricerca nel settore dei trasporti e del diritto marittimo ». E a questo punto avanziamo sommessamente al magnifico rettore una domandina: perché non dare una laurea «honoris causa» anche a tutti i cittadini italiani ai quali appartenevano quei soldi?


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