Corriere-Bufera sulla Cgil dopo il "contributo" all'Ulivo Sacconi: ormai è come trattare con un partito
IL CASO Bufera sulla Cgil dopo il "contributo" all'Ulivo Sacconi: ormai è come trattare con un partito ROMA - "La Cgil non è un sindacato, ma un partito". È lapidario il commen...
IL CASO
Bufera sulla Cgil dopo il "contributo" all'Ulivo Sacconi: ormai è come trattare con un partito
ROMA - "La Cgil non è un sindacato, ma un partito". È lapidario il commento del sottosegretario al Lavoro, Maurizio Sacconi, alle 17 pagine di contributo al programma dell'Ulivo che il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, ha consegnato a Romano Prodi. "Quel documento, dove si rigettano tutte le riforme del governo Berlusconi avrà certamente una ripercussione sui rapporti tra noi e la Cgil - continua Sacconi -. Come facciamo infatti a negoziare con un sindacato che sta sulle posizioni di Rifondazione?". Il testo firmato da Epifani e dagli altri membri della segreteria Cgil e inviato a Prodi e ai leader di tutti i partiti dell'opposizione alla vigilia del vertice del centrosinistra di domani, chiede il varo di un programma elettorale "esplicitamente alternativo a quello neoliberista del centrodestra". E che quindi contenga: il ritiro immediato delle truppe dall'Iraq e lo smantellamento delle riforme della scuola (Moratti), dell'immigrazione (Bossi-Fini), del mercato del lavoro (Biagi), delle pensioni (Maroni), della giustizia (Castelli) e delle istituzioni (Bossi). "È una posizione opposta a quella di Francesco Rutelli, di Enrico Letta e di Nicola Rossi", aggiunge Sacconi, ricordando che una parte del centrosinistra non pensa che tutto quello che è stato realizzato dal governo Berlusconi vada cancellato.
Ieri, dalle file dell'opposizione, contro il documento di Epifani è uscito allo scoperto il presidente dello Sdi (socialisti), Enrico Boselli: "Più che procedere per diktat, bisogna discutere tra noi e capire quali delle riforme fatte in questi anni dal centrodestra sono davvero insostenibili". Invece, il segretario del Pdci (comunisti), Oliviero Diliberto, applaude: "Molto buona la proposta della Cgil". Articolata la reazione dei Ds. Dice Vannino Chiti, coordinatore della segreteria: "Non si tratta di dar vita a un dibattito filosofico su quel che resta e quel che cade dei provvedimenti della destra: cadrà tutto quello che è incompatibile col nostro programma".
Il documento di Epifani ha provocato un mezzo terremoto anche nelle relazioni con la Cisl di Savino Pezzotta, che non ha affatto gradito: "Se qualcuno si fa parte politica è evidente che questo crea qualche problema nei rapporti unitari. E credo che se a qualcuno è mancata autonomia, l'Ulivo farebbe bene invece a rivendicare la sua". Attaccano dalla Cisl anche Pierpaolo Baretta e Raffaele Bonanni. Dice quest'ultimo: "La Cgil in questo modo non fa più sindacato. Se la linea è che col governo nemico non si tratta e si aspetta che arrivi il governo amico per smontare tutto allora si nega la funzione sindacale che è quella di confrontarsi col governo di turno e cercare intese".
Enrico Marro