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Corriere: Asor Rosa: clima molto diverso dal '68

Da sinistra Lo storico: questi ragazzi non mettono in discussione i poteri dello Stato

15/11/2008
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Corriere della sera

ROMA — Alberto Asor Rosa li ha visti da vicino questi ragazzi che protestano. All'università, ovviamente. «Non ieri perché ero fuori Roma, ma li ho visti spesso». Con simpatia, sicuramente.

Non c'è dubbio: il famoso storico della letteratura guarda con benevolenza a questo neonato movimento di protesta. Dice: «Mi sembrano poco ideologizzati, molto concreti. Però certamente molto lontani dalle esperienze precedenti».

Esperienze precedenti? A cosa allude Asor Rosa? «Al Sessantotto, per esempio. Quello era tutta un'altra cosa: era il tentativo di cambiare attraverso le lotte studentesche il sistema politico e sociale. E non dimentichiamoci che alle lotte studentesche all'epoca si affiancarono le lotte operaie». Questa volta è diverso, secondo Alberto Asor Rosa. «Questi ragazzi non mettono in discussione i poteri dello Stato. Guardano al lavoro, al futuro, al clima civile. Hanno obiettivi mirati». Ma sono totalmente privi di modelli da seguire.

Asor Rosa ci pensa su. Poi annuisce: «Sì, è così. Il fatto è che i giovani hanno sempre alle spalle un certo tipo di mondo. E di certo quello che stava alle spalle del Sessantotto era molto diverso da oggi. C'era il Vietnam, ad esempio, con tutto il suo richiamo patriottico comunista. Un forte richiamo per quella generazione».

E oggi che succede? Che richiamo hanno questi ragazzi che protestano? Quali prospettive a lunga scadenza? «I giovani oggi si confrontano con una realtà che li porta ad essere confusi. Hanno prospettive più ravvicinate, necessariamente ». Però Asor Rosa sembra non volersi scoraggiare: «Io credo che comunque questo movimento sia destinato a crescere».

E questo a dispetto delle prospettive brevi o della totale mancanza di modelli di riferimento? Asor Rosa sospira: «Beh evidentemente sono fatti così, questi ragazzi. Ad una manifestazione mi risulta che gli studenti abbiano voluto cacciare via Beppe Grillo. Forse sono riluttanti a trovare modelli, gente che venga da fuori».

Però forse Grillo non è proprio un modello di riferimento adatto per una protesta come la loro? «In effetti. A pensarci bene anche oggi i modelli ce li avrebbero, se soltanto volessero ». Qual è uno che le viene in mente, professore? «Barak Obama. Chissà perché questi ragazzi non ci hanno proprio pensato di prendere almeno lui come modello».

Alessandra Arachi


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