Corriere: Anziani e insoddisfatti, l'identikit dei prof
Mariastella Gelmini: Stiamo studiando incentivi per indurre i docenti a non cambiare sede per almeno un ciclo didattico completo».
Scuola Studio di Bankitalia: troppo turnover. Il ministro: incentivi a chi non cambia sede |
ROMA — Insegnanti senza fissa dimora. Ogni anno cambiano istituto perché precari e aspettano troppo a lungo prima di conquistare il ruolo. Con conseguenze penalizzanti, da ogni punto di vista. Professori molto anziani rispetto ai colleghi europei. Quindi distanti per anagrafe e cultura dagli studenti. È l'eccesso di turnover, cioè il continuo via vai di chi sale in cattedra, che i ricercatori di Bankitalia indicano come una delle maggiori mortificazioni della scuola italiana. Lo studio è stato condotto con il ministero della Pubblica Istruzione ed inserito tra i temi di discussione di via Nazionale. Il quadro d'insieme è a tinte scure. Oltre la metà degli insegnanti si trasferiscono di anno in anno. In parte sono precari, in parte personale di ruolo che chiede di essere trasferito perché insoddisfatto (circa il 30% del turnover). Un fenomeno che rende difficile la continuità didattica, determina l'invecchiamento del corpo docente e danneggia la qualità dell'insegnamento. Gli esperti di Bankitalia parlano poi di mismatch, cioè di scarso attaccamento dei prof alla scuola di appartenenza. che «influisce negativamente sull'apprendimento degli studenti». Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione, sottoscrive: «La denuncia è sacrosanta. Questo via vai mina la didattica. Gcompleto». In arrivo provvedimenti per sfavorire il nomadismo: «L'obbiettivo — insiste il ministro — è che almeno il 60% degli insegnanti siano espressione del territorio. Da qui a 6-7 anni il 30% dei docenti andranno in pensione. È un'occasione unica per svecchiare un settore in grave crisi. Il 97% della spesa è legata agli stipendi. In questa situazione non può esserci progettualità ». Prof poco motivati. E anziani, affermano gli analisti. Sono più vecchi degli altri dipendenti del settore pubblico, prevalgono le donne. Al Sud il livello di istruzione e i voti di laurea o diploma sono inferiori rispetto al Nord. In Italia l'età media, come si legge nel Libro Bianco dello scorso settembre, è di 49 anni che diventeranno 54 nel 2015. Attualmente gli under 50 sono il 61% dei docenti, nel 2015 saranno il 48%. Nulla di nuovo per Enrico Panini, responsabile per la scuola di Cgil. «Noi sindacalisti fannulloni, per dirla con il ministro Brunetta, avevamo ottenuto dal precedente governo l'impegno a costituire un tavolo per concordare un programma di raffreddamento dei trasferimenti, sia d'ufficio che su domanda degli interessati. Lo abbiamo chiesto anche a Gelmini, nel primo incontro. E ancora aspettiamo. La continuità è un valore che qui manca». Panini aggiunge altri dati. Ogni anno il 20% dei posti liberi vengono coperti da supplenti, l'immissione in ruolo avviene col contagocce: «Il precariato è forte. Il risultato? Come scalare una montagna di sabbia, per studenti e insegnanti. Chi entra di ruolo è per età troppo distante dal mondo degli studenti». Margherita De Bac In aula |