Corriere: Alunno con la lingua tagliata Fioroni: quella maestra deve essere licenziata subito
Enrico Panini, segretario generale Flc-Cgil: «La scuola italiana non è il far west che esce da questa brutta vicenda».
MILANO — «Tolleranza zero». La maestra che ha tagliato la lingua a un bimbo di sette anni sarà licenziata. Lo ha annunciato il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni: «Di fronte a comportamenti di tale gravità c'è solo una risposta possibile. Le centinaia di migliaia di insegnanti seri della scuola italiana non meritano di essere screditati da pochi irresponsabili». Punizione (quasi) immediata per la docente che il 20 febbraio, in una scuola della zona nordovest di Milano, ha ferito con un paio di forbici un bimbo di seconda elementare: un «gioco scellerato» che è costato al piccolo Ahmed cinque punti di sutura sulla lingua. Ieri il direttore scolastico lombardo, Anna Maria Dominici, ha convalidato la sospensione dell'insegnante. Oggi, in provveditorato, arriverà la relazione degli ispettori. A quel punto, partirà il provvedimento disciplinare. Innocentisti e colpevolisti. E una scuola sotto choc che si interroga su controlli e responsabilità. Sotto accusa, il metodo di reclutamento degli insegnanti: la donna, 22 anni, precaria della provincia di Messina, è stata chiamata dall'istituto a settembre: contratto fino al 30 giugno, incarico come «insegnante di sostegno» senza titolo per farlo (come succede, a Milano, nel 30 per cento dei casi). Le colleghe: «Si è sempre comportata bene. È una ragazza dolcissima, il bambino disabile che seguiva le è molto affezionato». I genitori degli alunni: «Siamo molto preoccupati». La maestra è stata denunciata per lesioni. La famiglia di Ahmed, che ha ricevuto telefonate di solidarietà da docenti e genitori («solo quelli stranieri»), si costituirà parte civile e chiederà un maxi risarcimento alla scuola. In accordo con il legale, Piero Porciani, ha deciso di aspettare la fine della malattia per chiedere una perizia psichiatrica sul bimbo. Dagli effetti del trauma, dipenderà l'entità del rimborso. Accuse e difese. La donna — che fino a lunedì ha continuato a lavorare, anche se in una classe diversa da quella di Ahmed — ha ammesso davanti ai carabinieri di avere «sgridato in modo scherzoso il bimbo, minacciandolo di tagliargli la lingua e tenendo le forbici in mano». Ma ha aggiunto anche che è stato Ahmed, «con un movimento improvviso e imprevedibile», ad avvicinarsi alle forbici. Insomma: un incidente. Di qui, le lesioni «colpose». Ieri la donna è tornata a scuola per scrivere la sua versione dei fatti. Una scuola blindata: «Non possiamo parlare, rischiamo sanzioni disciplinari». Il preside ha spiegato in un comunicato che «tutto il personale è soggetto alla riservatezza». Docenti e bidelli. Restano, certamente, «il gesto irresponsabile», «l'evento traumatico doloroso e inaccettabile». Ma è già tempo di pensare a un «rilancio della scuola, la cui immagine risulta danneggiata ora in modo pesante». Non solo l'immagine dell'istituto. È il ruolo stesso del corpo docente a essere messo in discussione. Le polemiche e le riflessioni si rincorrono. Sarebbe utile fare test preventivi ai maestri? C'è chi apprezza e chi no. Valentina Aprea, responsabile delle politiche scolastiche di Forza Italia, già sottosegretario al ministero dell'Istruzione commenta: «Licenziare l'insegnante va bene, ma non basta. Il problema della professionalità dei docenti ha a che fare con la loro selezione e valutazione». Enrico Panini, segretario generale Flc-Cgil: «La scuola italiana non è il far west che esce da questa brutta vicenda». Il coordinamento genitori democratici osserva: «Meglio una formazione rigorosa di test psicoattitudinali». |