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Corriere: Aiutiamoli a rialzarsi senza assecondare la voglia di scappare

Giriamola come ci pare, ma una bocciatura è una sconfitta, una brusca frenata nel percorso scolastico, tensioni in casa, voglia di abbandonare la scuola e chi più ne ha più ne metta

14/07/2009
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Corriere della sera

di FULVIO SCAPARRO

È quando le cose non vanno per il verso giusto che si vede di che pa­sta siamo fatti, non quando tutto fi­la liscio. Giriamola come ci pare, ma una bocciatura è una sconfitta, una brusca frenata nel percorso scolastico, tensioni in casa, voglia di abbandonare la scuola e chi più ne ha più ne metta. Minimizzare gli insuccessi serve soltanto a in­gannare noi stessi ma peggio anco­ra è buttarla in tragedia. È vero che, come si legge nel bel libro di Ernesto Ferrero «Lezioni napoleo­niche », la grandezza di Napoleone stava soprattutto nel dissimulare gli incidenti di percorso e di gesti­re gli insuccessi, ma qui stiamo par­lando di ragazzi e ragazze in uscita dall’adolescenza, non dell’impera­tore dei francesi. E i giovani hanno poco da guadagnare sia nel non prendere sul serio le sconfitte sia nell’abbattersi come se si trovasse­ro al fine corsa. La loro età consen­te loro di poter trarre insegnamen­to da una bocciatura e di riprende­re il cammino senza chissà quali sconvolgimenti. Ma per far questo occorrono coraggio, piedi per ter­ra, sogni, concentrazione sui pro­pri obiettivi e un ambiente adulto che non oscilli tra la minaccia di terrificanti punizioni e un pietismo e un’indulgenza non meno contro­producenti.

La scarsa resistenza alle frustra­zioni che notiamo in tanti ragazzi è senz’altro dovuta a un ambiente troppo protettivo e indulgente ma anche, e soprattutto, al fatto che molti di loro non si rendono conto del fatto che frequentare la scuola, studiare è un privilegio per il quale i nostri progenitori hanno lottato duramente, così come hanno lotta­to duramente per far valere tanti al­tri diritti che ancora oggi, in buona parte del mondo, sono negati. Il ti­ro al bersaglio sulla scuola e sul personale insegnante, lo stato di abbandono di molte strutture sco­lastiche, la disattenzione per conte­nuti, programmi e metodologie di­dattiche, non favoriscono certo la motivazione allo studio ma non de­vono costituire un alibi per non im­pegnarsi nel cambiamento.

Oggi si ha l’impressione che sia pratica diffusa il cullarsi nell’illusio­ne che si possa crescere ope legis, sine lege o addirittura contra le­gem e che l’unico modo per non soffrire sia sfuggire ai legami, agli impegni, alle responsabilità, alla stabilità, all’empatia. Si tratta ap­punto di una pericolosa illusione perché noi cresciamo, progredia­mo e diamo il meglio di noi non scappando, non rinunciando alla lotta, non piagnucolando, ma fa­cendo i conti con i limiti del nostro corpo, della nostra mente e della nostra organizzazione sociale, ade­rendovi, contestandoli, superando­li, infrangendoli. I genitori, se con­dividono tutto questo, stiano vici­ni ai loro figli bocciati senza cerca­re giustificazioni improbabili ma analizzando insieme le cause e le re­sponsabilità dell’insuccesso e indi­viduando i rimedi. La loro disponi­bilità vuol dire presenza non intru­siva, vuol dire essere pronti a dare, consigliare, accogliere, raccontare le proprie esperienze, i propri so­gni, dare esempio, dire ‘no’, ma an­che sostenere, incoraggiare quan­do occorre, evitando di sostituirsi al giovane e di rafforzarne la dipen­denza o la tendenza alla fuga, inter­rompendo il piagnucolio o l’aggres­sività del ragazzo o della ragazza che si lamenta per tutto ciò che non ha avuto e che non ha, perché l’autocommiserazione non è una via di liberazione.

Non c’è nulla di peggio di adulti e giovani lamentosi, rancorosi, pe­rennemente in credito con il mon­do. Disponibilità da parte di un in­segnante o di un genitore, significa dare un tranquillo esempio di ma­turazione, quale può dare soltanto chi ha vissuto tanti distacchi e tan­te unioni, qualche successo e tante sconfitte, ma non ha perduto la vo­glia di vivere. Tutto questo servi­rebbe a creare le condizioni perché in un ambiente fertile crescano ra­gazzi fertili e capaci di rialzarsi do­po un insuccesso.


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