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Corriere Adriatico-Un inizio soft per il tutor

L'assessore Franchellucci "Il primo circolo delle Elementari ha attuato la riforma Moratti in modo eccellente, un esempio per tutta la Regione" Scuola, soddisfazione per la sperimentazione nelle cla...

27/01/2005
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Corriere Adriatico

L'assessore Franchellucci "Il primo circolo delle Elementari ha attuato la riforma Moratti in modo eccellente, un esempio per tutta la Regione"
Scuola, soddisfazione per la sperimentazione nelle classi
Un inizio soft per il tutor

PORTO SANT'ELPIDIO - "Il primo circolo della scuola elementare ha attuato la riforma Moratti in maniera eccellente. E' stato un esempio per tutta la regione Marche e di questo dobbiamo andare fieri". Sono queste le parole con cui Renzo Franchellucci, assessore alla pubblica istruzione di Porto Sant'Elpidio, commenta la sperimentazione attuata nelle classi prime e seconde della scuola primaria. La novità riguarda il fatto che, tranne il caso del plesso "De Amicis" del quartiere Marina Picena, non è stata sperimentata la figura del tutor.

Tutor che, nella sua forma tradizionale prevede almeno 18 ore di attività sullo stesso gruppo di alunni e le restanti ore nell'altra sezione. In realtà, in almeno 6 delle 30 classi del circolo, già da alcuni anni funziona l'insegnante prevalente, liberamente proposto dai Gruppi di lavoro di classe e deliberato dagli Organi collegiali del Circolo.

La decisione di non istituire un tutor inteso in modo "ortodosso" è stata presa sulla base di diversi elementi, che costituiscono la realtà effettiva dell'istituzione scolastica. La complessità delle classi e il numero di casi difficili in esse presenti consigliava infatti una moltiplicazione delle figure di riferimento, non un loro restringimento.

Basti pensare che il 19% degli alunni sono di nazionalità non italiana e che negli ultimi anni nel primo Circolo si è registrato un elevato numero di bambini con difficoltà nella comunicazione. In secondo luogo, essendo dal punto di vista numerico alquanto limitata la disponibilità di docenti stabili e con una discreta esperienza di insegnamento, sembrava giusto suddividere tale "capitale", piuttosto che consegnarlo per intero a poche classi fortunate. Al contrario, nella scuola De Amicis una sezione ha sperimentato il tutor a 19 ore e l'altra un insegnate prevalente per 15 ore. Sia quest'ultima formula tutoriale che quella realizzata nella scuola Pennesi, da un punto di vista pedagogico e didattico hanno dato buoni risultati. E' per questo motivo che, secondo Ellida Lavoretti, dirigente scolastico del primo circolo, il modo migliore per risolvere il problema del tutor è quello di fornire alle singole istituzioni scolastiche un indirizzo generale e successivamente lasciarle libere di decidere, sulla base del loro specifico contesto territoriale. Per far fronte alla realtà sociale che si incontra a scuola, il gruppo di insegnanti di tutte le classi prime ha dovuto spendere molto di più di quanto le ore della funzione tutoriale o docente potessero richiedere. Le esigenze sociali sono talmente numerose e complesse che non è sufficiente una sola figura di riferimento, al contrario è necessario che tutti gli insegnanti lavorino a stretto contatto e siano in grado di far fronte alle situazioni che quotidianamente si presentano all'interno della scuola. Questo non è il contrario della riforma, essa infatti insiste sulla necessità che tutti i docenti si sentano ed operino sullo stesso piano del tutor.

SUSANNA RENZI


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