Coronavirus, lezioni a distanza: dalle elementari alle superiori le ricette per l'insegnamento online
C’è chi si affida al fai-da-te su WhatsApp e chi già sfrutta le grandi piattaforme online. Ma gli ostacoli tecnologici sono tanti
Corrado Zunino
ROMA — Si può capire che cosa sarà, la scuola a distanza per otto milioni e mezzo di scolari e studenti, guardando chi ha già iniziato.
La primaria
A Parabiago, Nord-Ovest di Milano, 28 mila residenti, l’Istituto comprensivo Legnago 1 — infanzia, elementari, medie — è chiuso da lunedì scorso. La dirigente scolastica Monica Fugaro, arrivata solo lo scorso settembre, così ha organizzato le giornate per i più piccoli: ogni docente utilizza gli strumenti che conosce, che usa con destrezza, per arrivare ai bambini a casa. Ai discenti fra i tre e cinque anni le maestre stanno chiedendo di inventare storie sul mostriciattolo del coronavirus: «Affrontarlo fa superare la paura», spiega la preside. Alcune maestre hanno registrato letture e lezioni, che gli scolari ascoltano via WhatsApp «grazie ai genitori e spesso insieme ai nonni». Si cercano modalità semplici, basiche, come spiega Daniele Barca, lui preside dell’Ic3 di Modena (altra area chiusa alle scuole dagli scorsi giorni) ed esperto di lungo corso di scuola digitale. «La prima difficoltà è quella di ottenere le autorizzazioni dai genitori». Questi giorni possono essere riempiti, illustra, con una didattica non necessariamente tecnologica. «Ho suggerito ai docenti di avviare un concorso fotografico dal titolo “I miei giorni con il coronavirus”. Con i ragazzi di prima e seconda primaria una maestra legge libri — in alcuni casi possono essere poche pagine condivise sugli smartphone dei genitori — oppure suggerisce titoli da recuperare e leggere a casa. Il tempo dilatato — la nuova ordinanza indica due settimane di vacanza da scuola — avvicina al racconto, al testo lungo. «I compiti, per essere efficaci a questa età, devono essere sulla realtà o su un’idea di esplorazione».
In terza, quarta e quinta elementare si può salire nell’impegno. Le discipline iniziano a essere nette: Scienze, Geografia, Storia. Si possono fare ricerche e approfondimenti, «e sulle lingue ci sono interessanti giochi online». Troppo presto per offrire lezioni via webcam: sotto i dieci anni la concentrazione a distanza è ancora un optional. Le valutazioni, con le scuole chiuse, sono sospese. «La prima settimana è quella dello stupore», dice chi è partito prima, «alla terza si va a regime».
Le medie
Le piattaforme per fare lezioni con gli studenti più grandi, a partire dalle scuole medie, ci sono: Google for education (non ha pubblicità), Classroom. Ma gli stessi registri elettronici — Axios, Spaggiari — possono diventare diari. «Per i docenti che non sono abituati a utilizzare questi sistemi non è semplice», spiega Barca, «e a casa molti ragazzi non hanno una connessione garantita».
L’Ic Ungaretti di Melzo, ancora nella provincia di Milano, ingloba le medie Gavazzi. L’Istituto comprensivo è l’unico statale riconosciuto a livello internazionale come “Apple distinguished school”: La preside Stefania Strignano spiega: «Utilizziamo una didattica integrata con il digitale dai tre anni di età e questo ci sta facilitando anche con i ragazzi della secondaria superiore, abituati agli strumenti a distanza. Oggi, per affrontare l’emergenza, abbiamo previsto un modello di orario per collegarsi a una piattaforma e mantenere una scansione delle lezioni simile a quella della scuola. Gli studenti hanno condiviso tutto». Ci saranno videolezioni e momenti con domande ed esercitazioni. Lo strumento qui sarà il webinar, il seminario via internet.
Le superiori
All’Istituto tecnico economico di Busto Arsizio, Enrico Tosi, il professor Dennis Bignami sta preparando le sue due ore di Economia aziendale. Le invierà agli studenti via mail. Blocchi di video, si chiamano screen recording. Tre minuti da far digerire agli studenti. Poi andrà su Instagram e, sotto la voce “Storie”, aprirà una diretta per recepire le domande dei ragazzi e verificare il grado di comprensione. Chi non farà domande su “Insta”, risulterà assente e i genitori dovranno portare la giustificazione a scuole riaperte. Con lo stop alle lezioni di due settimane, al Tosi, sono pronti a passare alla fase “verifiche” e “interrogazioni”.