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Contro la rilevazione delle impronte digitali ai bambini rom

di Fabrizio Dacrema

04/07/2008
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Secondo il Ministro Gelmini la rilevazione delle impronte digitali dei bambini rom sarebbe necessaria “per far sì che vengano rispettati i loro diritti, primo fra tutti quello di andare a scuola”.
La giustificazione “buonista” fornita dal Ministro dell’Istruzione per questo provvedimento discriminante, contenuto nel disegno di legge del governo, è del tutto priva di fondamento.
Secondo uno studio dell’Istat del 2005 circa 183.000 minori italiani e non, il 4% dei ragazzi in età compresa tra 6 e 14 anni, non sono iscritti ad alcun corso regolare di studi.
Secondo le stime dell’Ires in Italia il lavoro minorile coinvolge circa 600.000 ragazzi con meno di 16 anni. La quota di minori stranieri impegnati in forme di lavoro precoce è del 9% rispetto al totale.
I dati forniti dal Ministro Gelmini parlano di 35.000 rom compresi tra i 6 e i 14 anni, di cui solo 12.000 sarebbero iscritti a scuola.
Dal confronto di questi dati risulta evidente la strumentalità dell’utilizzo della rilevazione delle impronte digitali riservato ad una sola etnia per affrontare un problema che coinvolge purtroppo un fascia ben più ampia di ragazzi, italiani e non italiani.
Inutile aggiungere che se il mezzo proposto fosse effettivamente utile dovrebbe essere applicato per combattere tutti i casi di evasione scolastica e di lavoro minorile, non solo per il caso dei rom.
Si tratta invece di una misura in contrasto con le direttive europee che vietano criteri selettivi basati sulla “razza” o sull’etnia e condannata da comunità, associazioni, insegnanti impegnati a garantire i diritti dei bambini rom.
Le cose da fare contro l’evasione dall’obbligo di istruzione e contro il lavoro minorile sono altre: riattivare il tavolo di coordinamento fra governo e parti sociali per contrastare il lavoro minorile, dare attuazione al protocollo di intesa Miur-Opera Nomadi, far funzionare le anagrafi degli studenti, mettere a punto azioni di contrasto al lavoro minorile che coinvolgano Enti Locali, Prefetture e Ispettori del lavoro, potenziare le iniziative di lotta alla dispersione scolastica, investire nella piena attuazione dell’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni.
Iniziative come quelle indicate daranno alla società un segnale autentico di “tolleranza zero” verso l’evasione dall’obbligo di istruzione e il lavoro minorile, perché fondate sul pieno riconoscimento della pari dignità di tutti i minori.
Per queste ragioni la cgil ed il coordinamento dei genitori democratici aderiscono alla iniziativa promossa dall’arci per il 7 luglio a Roma in piazza dell’Esquilino dove si raccoglieranno le impronte di personalità er cittadini da inviare al Ministro Maroni per dirgli di “ lasciar stare i bambini”.
I firmatari di questo comunicato insieme alla segretaria confederale della cgil Morena Piccinini si recheranno lunedì pomeriggio alle 17 a depositare le proprie impronte a piazza dell’Esquilino.
Pietro Soldini Resp. Dip. Immigrazione cgil
Fabrizio Dacrema Resp. Dip. Form. E Ric. cgil
Angela Nava Pres. Coord. Genitori Democratici


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