Continua il pressing dei giovani ricercatori per estendere l’indennità di disoccupazione del Jobs act
di Mar.B.
I giovani ricercatori non mollano e ieri si sono presentati al ministro del Lavoro Poletti per consegnargli oltre 7.500 firme raccolte con una petizione per chiedere il riconoscimento della nuova indennità di disoccupazione Dis-Coll prevista in uno dei decreti attuativi del Jobs act agli oltre 60mila tra assegnisti di ricerca, dottorandi e titolari di borse di studio. Dal ministero è arrivata per ora un'apertura al dialogo e la rassicurazione che il tema sarà affrontato.
Dialogo con il ministero
«Siamo un esercito di 60mila lavoratori –rimarca Antonio Bonatesta, segretario nazionale dell’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani (Adi) - che costituiscono la porzione più precaria dei ricercatori dell'università e degli enti pubblici di ricerca: assegnisti di ricerca, dottorandi e titolari di borse di studio». «Si tratta di colleghi -spiega- che fanno parte del personale della ricerca precarizzato che hanno diritto all'estensione delle tutele sociali. Nonostante le promesse, il Jobs Act di fatto esclude queste figure importanti che comunque sono tenute al versamento di oneri contributivi, senza però ricevere nulla in cambio». Ieri alcuni rappresentanti dei ricercatori hanno incontrato alcuni dirigenti del ministero che hanno assicurato di voler affrontare la questione. Tra i primi passi ci dovrebbe essere la presentazione da parte degli stessi ricercatori di un interpello al ministero che con questo strumento formale proverà a fare chiarezza.
Le posizioni di Poletti
Nelle settimane scorse il ministro Poletti, rispondendo a una specifica interrogazione parlamentare aveva ripreso i temi sollevati dalla petizione Adi-Flc Cgil, per l’estensione della Dis-Coll, ad assegnisti di ricerca e dottorandi. Allora il ministro aveva risposto che l'indennità, almeno per ora non si poteva estendere, riservandosi di verificare in futuro la sussistenza delle condizioni giuridiche e finanziarie idonee a includere i ricercatori precari nella platea dei beneficiari. Già magari nella prossima legge di stabilità . «Ci aspettiamo un superamento della visione del ministro - spiega Bonatesta - affinché si arrivi a una soluzione che preveda o l'estensione della Dis-Coll oppure alla creazione di un nuovo istituto ad hoc per il personale della ricerca». Una strada questa su cui il presidente dell’Inps, Tito Boeri, è disposto ad aprire una riflessione.