Concorsone, doccia fredda la Sicilia perde 400 cattedre
Il ministero dà più posti al Nord. L’ira dei sindacati
Salvo Intravaia
LE REGIONI del Nord “scippano” quasi 400 cattedre alla Sicilia. A sorpresa, il ministero dell’Istruzione rivede al ribasso il numero dei posti per il concorso a cattedra nell’Isola. E nel giro di un weekend taglia quasi 400 delle 1.600 cattedre comunicate ufficialmente giovedì scorso ai sindacati. Risultato: per il concorso nella scuola siciliana saranno disponibili 1.194 cattedre anziché 1.592. Un colpo di scena che i sindacati considerano «incredibile» e che, ancora una volta, penalizza pesantemente i precari e gli aspiranti insegnanti siciliani.
Nel tardo pomeriggio di giovedì scorso, dal ministero dell’Istruzione era partita una e-mail destinata ai sindacati. «Si trasmettono — diceva il testo di accompagnamento
— i dati definitivi costituenti l’allegato 1 al bando di concorso relativi alla ripartizione dei posti per regione, grado di scuola e classe di concorso. Con l’occasione — proseguiva la nota — sono state corrette alcune disarticolazioni di quadro riscontrate nella precedente versione». Ieri mattina si è scoperto che durante il weekend l’allegato 1 del bando, contenente la distribuzione dei posti per regione, è stato stravolto. «Ancorché si tratti di un concorso sbagliato — dice Giusto Scozzaro, leader della Flc-Cgil — e che non serve affatto ai lavoratori della scuola siciliana, a criteri oggettivi sul turnover il ministero sostituisce logiche politiche e clientelari e manomette i dati. In tre giorni — si chiede
Scozzaro — è cambiata la previsione sui pensionamenti spostando 400 posti dalla Sicilia al Nord? O appena qualche giorno fa al ministero avevano sbagliato tutto?». Polemica anche la Cisl Scuola. «Così non va: se si stabilisce un criterio — dice il segretario regionale Vito Cudia — bisogna rispettarlo».
Il riferimento è al criterio secondo il quale la ripartizione degli 11.542 posti per il concorso atteso da tredici anni (si può presentare domanda online dal 6 ottobre al 7 novembre) sarebbe dovuta avvenire sulla base della previsione dei pensionamenti dei prossimi anni. Ma in questo modo il 77 per cento delle cattedre sarebbero andate alle regioni del Centro-Sud, lasciano quasi a zero il Nord. «Questo governo — tuona il segretario della Flc-Cgil —
cambia le carte in tavola: nella migliore delle ipotesi, questa sembra un’operazione di confusione, di malapolitica e di malgoverno che non tiene conto delle reali situazioni della scuola siciliana».
Confrontando le tabelle di giovedì e quelle pubblicate ieri sulla Gazzetta ufficiale, al calo di 398 posti in Sicilia fanno da contraltare 301 posti in più in Lombardia e 172 in più in Piemonte. Un aggiustamento, quello operato in extremis dal ministero, che non piace neppure all’associazione professionale- sindacale Anief. «Ancora una volta — accusa Marcello Pacifico — il ministro Profumo prende in giro i precari siciliani e i giudici amministrativi che hanno già condannato il ministero a rivedere gli organici della scuola siciliana
».