Concorso Stem, record di bocciati. In Lombardia scoperti due posti su tre
Primi risultati delle prove scritte anticipate all’estate per docenti di matematica fisica e informatica. Fra defezioni, denunce di domande astruse e contestazioni varie, rischi di ricorsi a valanga in autunno
Orsola Riva
Un bagno di sangue. I primi risultati del concorso per direttissima per docenti di matematica fisica e informatica delle medie e delle superiori sono sconfortanti. Molte defezioni, ma soprattutto record di bocciati per la prova a crocette che, almeno nelle ambizioni del governo, doveva portare in cattedra già dopo l’estate seimila nuovi docenti Stem (acronimo per Science, Technology, Engineering and Mathematics) di cui c’è cronica mancanza nelle nostre scuole. Mentre sono ancora in corso gli scritti per gli aspiranti prof di matematica delle medie che il governo ha aggiunto in un secondo momento riparando alla svista iniziale e che da soli rappresentano la metà dei posti in palio, arrivano i primi risultati per le altre classi di concorso. E raccontano un’ecatombe. I primi sono stati quelli della Liguria dove su 175 candidati per un posto da insegnante di matematica alle superiori ne sono passati all’orale 23, mentre su 85 aspiranti prof di informatica ne arrivano all’orale appena 23. Poi quelli della Puglia: per matematica nei licei e negli istituti tecnici passa un candidato su dieci (34 su 339), un po’ meglio per informatica (96 su 373). Pesano le defezioni dell’ultima ora - molti candidati che si erano iscritti ormai più di un anno fa al concorso poi rimasto in stand-by causa Covid - sono stati presi in contropiede dalla decisione del governo di far partire subito le selezioni per le materie Stem su cui l’esecutivo Draghi punta molto. Poi naturalmente - come sempre in questi casi - c’è chi denuncia l’eccessiva difficoltà delle domande sulla fisica quantistica e chi contesta la soglia della sufficienza (70 centesimi anziché sessanta). A Palermo, nel primo giorno delle prove per le scuole medie, alcuni docenti sono stati respinti all’ingresso perché l’esame è incominciato in anticipo rispetto all’orario previsto dall’Usr, mentre a Gardone Val Trompia (Brescia) il 6 giugno una candidata è rimasta fuori perché si è presentata con il green pass ma senza il tampone previsto dal protocollo di sicurezza (che, essendo stato adottato prima dell’introduzione del green pass, richiede tassativamente la presentazione di un test antigenico negativo effettuato non oltre 48 ore prima della prova). Resta il fatto che nemmeno questa volta la procedura concorsuale sta funzionado. E che, di conseguenza, come già ventilato dai sindacati, si profila un autunno caldo di ricorsi al Tar.