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Concorso scuola, Renzi: «Un euro all’ora ai commissari? Ingiusto»

Il cantautore Piero Pelù in campo a sostegno dei precari: «Il concorsone, una truffa». Salvini: «Insegnanti pagati meno di una sguattera del Guatemala». Le prove al via il 28

12/04/2016
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Corriere della sera

Antonella De Gregorio

Un euro all’ora? «È un po’ poco. Ci lavoriamo su questo». Sulla questione dei compensi per i commissari del concorso a cattedra è intervenuto il premier, Matteo Renzi. L’esiguità della retribuzione, denunciata dalla rivista «Tuttoscuola», sta creando problemi nella nomina dei selezionatori: in molte regioni le commissioni esaminatrici non sono ancora pronte. Mancano commissari e presidenti, dal Friuli alla Sardegna, dal Veneto all’Abruzzo, dicono i sindacati, e in sette regioni sono stati riaperti i termini scaduti il 19 marzo per raccogliere le candidature degli aspiranti commissari. Rispondendo a un contestatore che denunciava l’esiguità della retribuzione per i commissari, il premier, a margine del suo intervento a «Vinitaly», a Verona, ha spiegato: «Per le commissioni è passato un meccanismo per il quale si è deciso di dare meno soldi per fare il commissario. La mia opinione? Sono d’accordo con te. Non è giusto e quindi ci lavoriamo».

Assunzioni

Altre perplessità rimangono e riguardano la tempistica delle assunzioni: sono in molti a dubitare che a settembre 2016 tutte le cattedre saranno assegnate in modo da far partire l’anno scolastico senza il consueto carosello di supplenti. Per le procedure d’esame, tutto come previsto: martedì 12, si avrà la conferma, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, delle date di svolgimento delle prove. Anticipate dal ministro Giannini domenica palermo: si parte il 28 aprile, ha detto a «Cambiamenti», la kermesse dei renziani di Sicilia. Confermati i numeri: 165.578 candidati per 63.712 posti «in palio», con il record di domande presentate in Campania (24.125), seguita da Lombardia (22.630), Sicilia (17.725) e Lazio (16.191). Al momento di tirare le somme, secondo Giannini, la scuola italiana si troverà con «una classe di insegnanti sempre più giovane». «Il profilo dell’insegnante che uscirà dal concorso è di una persona di nemmeno 40 anni, giovani che porteranno il proprio contributo al processo di innovazione», ha detto.

Le prove

I candidati si sottoporranno alle prove scritte in date diverse, a seconda delle classi di concorso, fino al 20 maggio. Poi sarà la volta degli orali, fissati dalle singole commissioni d’esame in base alle correzioni. Gli scritti avranno una durata di 150 minuti, saranno computer based (il candidato leggerà i quesiti e risponderà agli stessi attraverso una piattaforma online) e ci saranno due turni per ogni giorno di prova, mattino e pomeriggio. Sono previste 8 domande sulla materia di insegnamento di cui 2 in lingua straniera (inglese, francese, tedesco o spagnolo, obbligatoriamente l’inglese per la primaria). Sei quesiti saranno a risposta aperta (di carattere metodologico e non nozionistico) e 2 (quelli in lingua) a risposta chiusa; in questi, il candidato dovrà dimostrare di avere un livello di competenza pari almeno al livello B2.

L’incognita ricorsi

Sul concorso pende anche la spada di Damocle di migliaia di possibili ricorsi per l’esclusione di coloro che non hanno il titolo di abilitazione. I precari che si sentono discriminati dal governo non si danno per vinti e mettono in scena iniziative mediatiche e di piazza: dopo il flash mob e dopo l’interrogazione parlamentare in favore degli abilitati presentata lo scorso venerdì 8 aprile da un gruppo di deputati del Pd, i precari abilitati hanno scritto un appello e per diffonderlo hanno chiesto aiuto a una rockstar, Piero Pelù.

L’appello della rockstar

L’aiuto del celebre cantautore fiorentino non si è fatto attendere: si è fatto fotografare con un cartello che richiama l’hashtag ormai celebre: «#No al concorso truffa» e dalla sua pagina Facebook (che conta quasi 310mila follower) si è scagliato contro il concorsone: «Centinaia di insegnanti mi scrivono disperati per informare da questo FB che lo Stato sta per licenziare con un concorso trabocchetto migliaia di professori che il loro ruolo se lo sono guadagnato con anni di sacrifici onesti», scrive. L’invettiva è contro uno Stato che «non informa i cittadini delle scorrettezze in atto nella scuola», che prescinde dal dettato Costituzionale e ignora che il ruolo è stato guadagnato sul campo con anni e anni di lavoro e supplenze su tutto il territorio. Ma anche contro la mancanza di « informazione sul referendum del 17 aprile» e sul fatto che si preferisca «parlare d’altro, come nel caso del figlio di Riina e del suo libro, distogliendo l’attenzione da un grave problema come quello che affligge la scuola e i precari che la tengono in piedi».

«Pagati meno di una sguattera»

Sempre via Facebook spezza una lancia in favore degli insegnanti e contro l’esiguità dei compensi, Matteo Salvini, segretario della Lega nord: «Il concorso scuola 2016 è una vergogna! Nessun rispetto per chi ha speso anni in cattedra e migliaia di euro per abilitarsi e per formarsi, nessun rispetto per gli “esaminatori” che verranno pagati 1 euro all’ora, meno di una sguattera del Guatemala. Nessun rispetto per migliaia di insegnanti trattati come carne da macello. Non è questa la “buona scuola” che serve all’Italia, la Lega farà tutto quello che le è possibile per fermare questa vergogna».


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