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Concorsi truccati, interviene il ministro “Negli atenei campagna per la moralità”

Carrozza dopo la denuncia di “Repubblica”: adesso basta, a Medicina le situazioni più gravi

25/09/2013
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la Repubblica

CORRADO ZUNINO

ROMA — Anche il ministro dell’Istruzione e dell’Università, fa sapere, si è accorta che i concorsi d’ateneo sono una tragedia nazionale. Al forum dell’Ansa, Maria Chiara Carrozza dice: «Il tema dei concorsi va moralizzato. Servono concorsi nazionali con commissioni nazionali e responsabilità diretta dei commissari ». Parte di questa novità (per Medicina) è già stata decretata lo scorso 9 settembre, adesso va messa a punto e anche con solerzia, visto che molti studenti- universitari temono che anche nel 2014 la prova di accesso alla scuola di specializzazione di Medicina sarà alla vecchia maniera, divisa per facoltà, pressoché inattendibile. Ha detto il ministro: «I giovani medici sono esasperati, il loro settore è quello da cui ricevo più proteste. Dalle facoltà di Matematica, per esempio, non arrivano lamentele. Ci sono facoltà in cui essere o non essere professore in quella materia può cambiare la vita in termini di salari e quindi, a maggior ragione, devono esserci concorsi trasparenti». Ancora: «Uno dei problemi dei concorsi è il livello di responsabilità: tanto più sono intermediati, e non si risponde a nessuno, tanto più si opera con superficialità. Chiamerò i presidenti dei corsi di laurea in Medicina e i rettori delle più grandi università di Medicina per avere una risposta: hanno ceduto al ministero questa responsabilità come se l’arruolamento fosse una questione di tipo amministrativoburocratico, ma questo non è un problema del ministro, il mondo dei medici deve dare indicazioni su come si formano i medici». La Carrozza, riferendosi all’inchiesta di Repubblica sul concorso della scuola di specializzazione di Cardiologia dell’Umberto I di Roma e sul professor Francesco Fedele, ha detto: «È inaccettabile che un docente dica di un ricercatore: “Mi accompagnava a casa”. Dovrebbe, caso mai, essere il contrario: è un professore che deve aiutare il giovane». «Meglio tardi che mai», commenta Costantino Troise, segretario dell’Anaao, il maggiore sindacato dei medici dirigenti. «I ministri succeduti nel tempo hanno permesso la creazione di veri e propri potentati familiari. L’università nel nostro paese si sente corpo autonomo, separato dallo Stato. La politica è stata sconquassata da processi che hanno messo in luce clientelismo, il settore universitario non è stato toccato». Il ministro Carrozza ha insistito sul concetto che l’università va fatta per trovare lavoro: «Questo non significa farsi dettare da Confindustria il programma, ma il dialogo con il mondo del lavoro è fondamentale. Occorre un patto tra chi si iscrive all’università e gli atenei, i programmi dei dipartimenti devono essere connessi con il mondo del lavoro». Per una buona formazione, poi, si deve studiare bene una lingua straniera, in particolare l’inglese: «Vorrei che non si doppiassero più i programmi in tv». E sui giovani italiani: «Sono disorientati, angosciati, la dispersione scolastica ne è una dimostrazione. L’elevato numero di fuori corso negli atenei significa che non sappiamo orientarli né assisterli ». A proposito del piano nazionale della ricerca, il ministro ha parlato, ispirandosi ai Challenge prize, di premi aperti a tutti, «non più bandi». Ieri il ministero, rendendo sostanza un punto del decreto legge del 9 settembre, ha stanziato otto milioni per il progetto dei libri scolastici in comodato d’uso. I fondi serviranno per l’acquisto, da parte di scuole o reti di scuole, di libri di testo e dispositivi elettronici da concedere, appunto, in comodato d’uso agli studenti in condizioni economiche disagiate delle secondarie di primo e secondo grado.


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