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Concorsi e ricorsi, è duro diventare Preside

Ho partecipato all’ultimo concorso per dirigente scolastico e, avendo superato sia le prove scritte che orali, mi ritrovo oggi nella graduatoria di merito dei vincitori del concorso per la Regione Calabria

05/08/2012
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la Repubblica

- COSENZA


Ho partecipato all’ultimo concorso per dirigente scolastico e, avendo superato sia le prove scritte che orali, mi ritrovo oggi nella graduatoria di merito dei vincitori del concorso per la Regione Calabria. Ho partecipato insieme a tanti altri colleghi tra i quali non mancavano persone serie e preparate che, purtroppo, non hanno superato le prove scritte o quella orale. Si sa che, in ogni esame, trova spazio anche quella dose di buona sorte, di emotività che bisogna mettere in conto in occasioni del genere; anche i più grandi campioni, a volte, sbagliano la gara non perché non siano bravi ma perché nessuno di noi può ritenersi esentato da possibili fallimenti. E forse sarebbe opportuno introdurre nella scuola una sorta di “educazione al fallimento” per insegnare agli adolescenti, e prima ancora ai loro genitori, a superare le prove negative rialzandosi con forza e orientandosi verso nuovi traguardi. Se per i tanti colleghi che, pur meritevoli tanto e forse più di me, sono inciampati in una prova negativa, provo assoluto rispetto e grande stima,
lo stesso non posso dire per i tanti altri colleghi, che pur consapevoli di non meritare l’ammissione alle varie prove d’esame, continuano una battaglia senza senso contro un concorso di cui hanno accettato le regole forse nella speranza, non realizzata, di poterle aggirare a proprio uso e consumo. E lo stesso non posso dire, soprattutto, delle organizzazioni sindacali, che, dimenticando forse che anche noi ammessi siamo lavoratori degni di rispetto e di tutela, si dannano l’anima per ottenere l’annullamento di un concorso duro ma regolare e, forse proprio per questo, difficile da digerire. Una nota sindacale (dell’Anief) conclude affermando testualmente che “In Italia non vi è bisogno di dirigenti scolastici reclutati per strada e selezionati attraverso un alto numero di quesiti errati. Quello che serve alle nostre scuole sono dei capi d’istituto meritevoli, che dimostrino di conoscere profondamente l’autonomia scolastica e come applicarla”. Se fossi una persona poco educata risponderei che in Italia non servono dirigenti sindacali, purtroppo in numero sempre crescente, raccattati per strada che offendono la storia del movimento sindacale italiano. Vorrei far presente che non sta al sindacato decidere chi sia all’altezza di dirigere una scuola. Questo compito è stato affidato ad una commissione d’esame il cui dovere è di respingere al mittente le pressioni di vario genere che, in concorsi come questo, sono tradizionalmente presenti. Ai tanti colleghi che non essendo riusciti ad entrare dalla porta principale pensano di poter entrare dalla finestra con ricorsi pretestuosi ed infondati dico che le regole di severità e imparzialità valgono per tutti i candidati vincitori di qualsivoglia concorso. Spero che il buon senso prima di un qualsiasi organo giudiziario riconosca il diritto di chi con grandi sacrifici è riuscito a superare prove anche difficili, a ritenersi legittimo vincitore di un concorso duro, selettivo ma corretto e agli altri il dovere di rispettare il giudizio di chi aveva il compito, certamente non facile, di valutare le competenze dei candidati.
Antonella Bozzo
 

 

 


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