Con maschera ma vicini, i bambini tedeschi tutti in classe. E per i prof servono i test
Da lunedì tornano in classe anche gli alunni delle elementari dell’Assia. Ecco come sarà la loro giornata tipo
Gaia Terzulli
Con le vacanze estive alle porte, in Germania la campanella continua a suonare. Non per l’ultimo giorno di scuola, ma per il primo dopo tre mesi di lockdown. Lunedì 22 giugno si riapriranno i cancelli per gli alunni delle elementari in Assia, uno dei 16 Länder della Repubblica Federale. Qui, come in altre regioni, la didattica in presenza è ricominciata il 27 aprile per gli allievi prossimi alla conclusione di un ciclo: quarta classe per la Grundschule (scuola elementare) e ultimo anno per le varie tipologie di secondaria di secondo grado. Tradotto in numeri, secondo il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, 160.000 studenti su un totale di circa 770.000.
Maschere ma niente distanza
I bambini sono attesi all’ingresso di scuola con bocche e nasi rigorosamente coperti, ma senza dover rispettare la distanza di sicurezza interpersonale. L’ha stabilito il Primo ministro dell’Assia Volker Bouffier, dando indicazioni su come evitare il rischio di assembramenti: «Gli alunni non saranno in grado di stare un metro e mezzo lontani tra loro», ha detto. «È quindi fondamentale impedire alle classi di mescolarsi e fare in modo che ognuna rimanga nella stessa aula e con lo stesso insegnante il più a lungo possibile». «Sarà una prova», ha aggiunto il ministro della Pubblica istruzione in Assia, Alexander Lorz, sottolineando che le famiglie potranno scegliere se accompagnare o meno i figli a scuola nelle due settimane precedenti alle vacanze estive, il 6 luglio. Non ci sarà, dunque, alcun obbligo imposto dal governo del Land. E tuttavia ci si aspetta che i primi entusiasti del provvedimento siano proprio i genitori.
Ci vogliono test continui
Per loro il lockdown è stato un duro test di resistenza, abituati a contare sulle scuole come “seconde case” dei bambini, dove lasciarli studiare e giocare anche tutto il giorno. I dubbi provengono, invece, dalla più grande associazione d’insegnanti in Germania, il Deutscher Lehrerverband, cui aderiscono oltre 160.000 docenti delle scuole primarie e secondarie. Apartitica e ideologicamente laica, è distinta dalla federazione sindacale tedesca di educatori e insegnanti (GEW), ma è affine a quest’ultima nel condannare la riapertura «rilassata e disorganizzata» delle scuole. «Se tutti gli alunni devono tornare in classe e non si possono rispettare le norme sul distanziamento sociale, bisogna adottare ulteriori misure, oltre a quelle igieniche vigenti», spiega Anne Schirrmacher, portavoce dell’associazione. «Le protezioni per bocca e naso vanno mantenute durante le lezioni, bisogna sanificare continuamente le aule e stabilire piani precisi per impedire alle diverse classi d’incontrarsi prima, dopo la scuola e durante le pause».
Il piano
C’è di più. Il presidente del Deutscher Lehrerverband, Heinz-Peter Meidinger, preme per una somministrazione capillare e costante dei test sierologici a insegnanti e alunni. «Dovrebbe avvenire ogni settimana», sostiene, indicando lo Schleswig-Holstein quale modello da imitare: in questo Land bagnato dal Mare del Nord le scuole sono presidiate da squadre speciali in grado di testare immediatamente tutte le persone entrate in contatto con chi risulta positivo al coronavirus. Asili e licei non si possono riaprire senza regole valide a livello locale, regionale e nazionale. È la sintesi dell’associazione tedesca, che accusa i ministri della Pubblica istruzione dei Länder di non aver saputo gestire con prudenza il passaggio dalla didattica online a quella canonica. «I politici si sono inchinati alle pressioni economiche e sociali», conclude Meidinger, «provenienti, in gran parte, da genitori oberati di lavoro. Anche la scelta di riaprire le scuole dopo le vacanze estive è stata presa frettolosamente e senza un piano».