«Con lo studio online si fatica di più Ecco come non farlo pesare ai ragazzi»
Pietro Lucisano, docente di pedagogia e coordinatore dei corsi di scienze della formazione primaria dell'Università Sapienza
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ROMA In casa tutto il giorno e, per seguire le lezioni, devono stare per ore seduti davanti ad un computer. Trascorreranno in questo modo le giornate degli studenti, a cominciare da domani. Vale per tutti: per gli adolescenti, che sanno già a cosa vanno incontro con la dad, ma anche per gli alunni più piccoli. Quindi per i bambini di 10 anni ma anche di 7 o 6 anni. Addirittura anche per i bimbi degli asili: resteranno in casa, con qualche collegamento online con la maestra per mantenere il contatto con i compagni, la socialità. E non sarà facile, per nessuno: «Innanzitutto sappiamo che tanti problemi non sono stati risolti spiega Pietro Lucisano, docente di pedagogia e coordinatore dei corsi di scienze della formazione primaria dell'Università Sapienza mi riferisco ai computer, che spesso non sono sufficienti con più figli a casa, e alle connessioni non adeguate. Oltre al fatto che un genitore con uno o più figli in casa deve organizzarsi con il lavoro, ma in che modo? Il bonus baby sitter non è per tutti e soprattutto crea qualche problema: in questi due giorni, peraltro con il fine settimana di mezzo, bisogna trovare una baby sitter e firmare un contratto. Per le famiglie non è affatto semplice».
Una volta provveduto ad una nuova impostazione dell'organizzazione famigliare, si passa alla didattica: quella a distanza non è e non può essere come quella in presenza. In tutti i sensi: «Gli insegnanti devono capire che si tratta di due lezioni profondamente diverse sottolinea il pedagogista - servono ritmi diversi e pause ben scandite. Il bambino deve poter avere il tempo di fare una corsa intorno al tavolo. Seguire una lezione online è molto più faticoso rispetto a quella in classe».
L'ORGANIZZAZIONELa didattica a distanza è complessa da organizzare ma anche da seguire. E il rischio allora è che per gli alunni si trasformi in mesi di scuola andati perduti tra connessioni che saltano e computer in casa che non funzionano, se non ci sono mamma e papà a farli funzionare. Ma se i genitori lavorano, anche in smart working, come si fa a garantire la continuità e la concentrazione? «Non dobbiamo pensare che i ragazzi stiano perdendo 6 mesi di apprendimento. Non è così spiega il professore di scienze della formazione primaria - possono recuperare quando vogliono se hanno lo stimolo a farlo. I docenti in questo momento devono aiutare gli alunni a sviluppare la curiosità e devono farlo anche i genitori a casa, visto che ci sono loro al fianco dei bimbi mentre studiano: solo attraverso gli stimoli ci si avvicina all'apprendimento». La lezione online rischia di essere troppo fredda per un bambino abituato a stare in classe con i compagni e a vedere la maestra tutti i giorni. Il rischio che si possa distrarre è alto e allora, per mantenere la concentrazione, servono stimoli nuovi. «Anche semplicemente l'uso della tastiera può rappresenta uno stimolo continua Lucisano - imparano ad usarla e per loro è una novità oltre che uno strumento utile. Quindi lasciamoli soli con la tastiera, non dobbiamo sostituirci a loro: devono imparare a studiare anche con il computer. Lo stesso vale per le lezioni da studiare a casa: i genitori non devono pretendere che il bambino impari come vogliono loro. Gli adulti in questo momento delicato devono mettersi da parte e lasciar parlare i bambini: non hanno neanche più i compagni con cui parlare, quindi aiutiamoli a comunicare il loro modo di essere. Anche nella didattica, che non è solo ripetere la lezione ma è curiosità ed elaborazione. Non bisogna preoccuparsi se in questa fase i bambini non sono sempre diligenti, sosteniamoli dandogli tempo e spazio».
Lorena Loiacono