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Comunque vada abbiamo vinto Noi non cadremo

Talvolta gli studenti sanno come disturbare la monotonia del potere. È successo con l'Onda quando l'Italia era ridotta al silenzio dalla schiacciante vittoria del Popolo della Libertà

30/11/2010
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il manifesto

Claudio Riccio


Talvolta gli studenti sanno come disturbare la monotonia del potere. È successo con l'Onda quando l'Italia era ridotta al silenzio dalla schiacciante vittoria del Popolo della Libertà. E' accaduto di nuovo nelle ultime ore quando gli studenti hanno interrotto il vociare della politica del corridoio, l'asfittico posizionamento tra le forze politiche. Abbiamo ripreso parola, strade, piazze, palazzi, facoltà, binari, monumenti. La mobilitazione sul disegno di legge Gelmini ha vissuto giornate ben più difficili e meno entusiasmanti di queste. Quando abbiamo iniziato era il 28 ottobre 2009. Allora abbiamo circondato le prefetture con le tendopoli, mentre il governo avviava l'iter del ddl a suon di spot e celebrazioni. Anche dalla stampa di centro-sinistra giungevano apprezzamenti. Nasceva così un convinto spirito bipartisan. Molti esponenti dell'opposizione pensavano che la riforma Gelmini fosse buona e migliorabile in alcuni punti e, probabilmente, lo pensano ancora. Condivisibile nella sostanza. Poi è calato un silenzio generale, interrotto dai ricercatori che si sono dichiarati indisponibili, hanno bloccato la didattica, riaprendo uno spazio pubblico di discussione. Non smetteremo mai di ringraziarli della loro indisponibilità. Anche grazie a loro questa riforma non è più bipartisan. Quella che porteremo in piazza oggi è una mobilitazione consapevole, capace di coniugare la radicalità e l'intelligenza strategica, di aprire una grande battaglia sul futuro e al tempo stesso affrontare con competenza il dibattito sulla riforma e sulla sua alternativa. L'abbiamo chiamata «l'Altra riforma». In questi mesi l'abbiamo discussa in tantissime assemblee con studenti e ricercatori. Da questa base ripartiremo per ampliare gli spazi di democrazia e trasparenza che il ddl Gelmini restringe. Ridefiniremo gli organi collegiali. Proporremo l'introduzione di strumenti di democrazia diretta come il referendum studentesco, mutuandolo dal mondo del lavoro. Il ministro Gelmini ha smantellato il diritto allo studio, ha tagliato l'89% delle borse di studio nel 2011. L'AltraRiforma, invece, prevede investimenti tali da raggiungere la copertura totale delle borse, estende i parametri di reddito, costruisce un nuovo welfare per i soggetti in formazione. Quella che vogliamo garantire a tutti gli studenti è l'autonomia di scelta, liberandoli dalla logica familista che governa lo stato sociale, e non solo l'università. Se la Gelmini è stata l'utile idiota complice di Tremonti e dei suoi tagli, noi proponiamo di aumentare gli investimenti nell'università e nella ricerca a livello della media Ocse. Ma questo non basta. Noi chiediamo molte più risorse di quel che tutti dicono servire. Serve cambiare lo stato sociale, disegnare un nuovo modello di produzione. Per tutto questo servirà una gestione trasparente e controllata delle risorse pubbliche, non il gioco delle tre carte che il governo e Futuro e Libertà stanno facendo per dimostrare che questa riforma è meglio di niente. Abbiamo bisogno di tempo e dobbiamo dare tempo ai ricercatori per sbagliare, provare e riprovare. Solo questo tempo di attesa può garantirci un futuro. Non l'ossessione dei tagli. Quella serve solo ad avere paura. Scendiamo in piazza sapendo di aver riaperto uno spazio pubblico, di aver resistito all'esproprio della politica da parte di una classe dirigente incapace ed avida, abbiamo iniziato a costruire un'alternativa alla fuga. Comunque vada è già un successo. Perché il governo può cadere, noi no.
*portavoce nazionale Link
- coordinamento universitario
 
 


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