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Comunicato stampa di Fulvio Fammoni, Segretario Nazionale Cgil, e di Enrico Panini, Segretario Generale Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil

Comunicato stampa di Fulvio Fammoni, Segretario Nazionale Cgil, e di Enrico Panini, Segretario Generale Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil Il Decreto sulla secondaria approvat...

14/10/2005
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Comunicato stampa di Fulvio Fammoni, Segretario Nazionale Cgil, e di Enrico Panini, Segretario Generale Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil

Il Decreto sulla secondaria approvato oggi dal Consiglio dei Ministri è un brutto pasticcio.

La scuola superiore, che oggi è unitaria, sarà divisa in scuola di serie A (i licei) e in scuola di serie B (i professionali).

Così avremo, secondo il Governo, ragazze e ragazzi con un futuro di serie A e chi, invece, dovrà accontentarsi della serie B.

Che poi la serie B coincida di fatto con le situazioni familiari meno forti economicamente è frutto di una precisa scelta, non del caso.

Inoltre si riduce l'offerta formativa della "nuova" scuola del Ministro Moratti con una drastica riduzione di ore di funzionamento ed in un'offerta caotica.

Infine regna il caos: il Consiglio dei Ministri approva un Decreto del quale, ad ore di distanza, non è noto il testo; il Ministro Moratti prima fa affermazioni sulla sperimentazione poi corregge se stessa; altre correzioni sono in corso.

La scuola non si merita nulla di tutto questo.

Con questo Decreto la filosofia che si afferma è che l'istruzione pubblica da diritto viene trasformata in merce.

Se il Presidente Berlusconi studiasse la storia, anziché continuare a citarla a sproposito, imparerebbe che con questo Decreto l'orologio della storia scolastica del nostro Paese viene riportato al 1923 quando l'allora Ministro Gentile decise che le scuole tecniche e professionali, e chi la frequentava, non erano degne di far parte del sistema scolastico nazionale.

Noi vogliamo invece che, come è naturale, l'orologio della storia vada avanti.

Per questo confermiamo che il Decreto è inaccettabile e che, dopo aver acquisito un risultato molto importante con il rinvio dell'attuazione al 2007, opereremo in tutti i modi per impedirne, prima, un'attuazione che sarebbe negativa per i ragazzi ed il Paese e, poi, per arrivare alla sua cancellazione.

Roma, 14 ottobre 2005


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