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Compromesso sulla scuola ma per i diecimila precari non bastano i fondi dai giochi

Le nuove assunzioni ogni tre anni grazie ai risparmi

08/03/2012
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La Stampa

Flavia Amabile

Diecimila assunzioni sfumate nel giro di un giorno. Alla fine è stata cancellata la norma che avrebbe dato un duro colpo a tre anni di tagli voluti dal governo Berlusconi. A partire dal prossimo anno scolastico l’organico della scuola non verrà fissato ogni tre anni in base al numero di alunni ma, come si legge nell’ultima versione del testo approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Attività produttive della Camera, anche «nei limiti dei risparmi di spesa accertati» nel settore della scuola.

È stata questa un’ulteriore limitazione posta dalla commissione Bilancio e accolta dalle due commissioni di merito, che ribalta completamente la questione dei posti per i prof precari.

Una situazione molto diversa da quella che appariva già solo in mattinata quando sembrava che si fosse raggiunto un accordo di massima che eliminava le 10mila nuove assunzioni dei precari ma comunque prevedeva la stabilizzazione di un numero imprecisato di unità del personale scolastico (da finanziare solo attraverso i giochi). L’emendamento arrivato qualche ora dopo, però, è risultato di tutt’altro tipo.

Era il frutto di un accordo fra Pd e Pdl: l’organico verrà rivisto ogni tre anni in base alla popolazione scolastica e alle disponibilità previste dalla legge 112 del 2008. Il fondo del Miur sul merito, inoltre, diventerà permanente. Mentre sui giochi sarà stabilito un meccanismo simile a quello utilizzato per i Beni Culturali.

Nella formulazione definitiva, inoltre, viene accolta una richiesta della commissione Bilancio, e si prevede che entro 120 giorni dall’entrata in vigore del decreto semplificazioni saranno adottate le misure per tre anni scolastici, a partire dal 2013. Mentre per il prossimo anno si applicheranno ancora le vecchie norme, fissate dalla legge vigente. Secondo il sottosegretario all’Economia Polillo, la modifica inserita «impedisce di attivare il fondo di riserva per gli imprevisti» direttamente dal governo.

Ma su questo punto scoppia la polemica.

«Non è stato cancellato il fondo imprevisti come afferma il sottosegretario Polillo che si ostina a non capire», afferma Massimo Vannucci del Pd, rilevando che «il fondo rimane intatto e nella disponibilità del governo. L’abrogazione della norma spiega il deputato della commissione bilancio - si limita semplicemente ad eliminare l’automatismo che prevede il reintegro dei fondi obbligatoriamente e contestualmente con l’aumento dell’accisa sulla benzina nel caso venisse utilizzato per scopi di calamità naturali il fondo per le spese impreviste. E cos’è una calamità se non un imprevisto?».

Felice l’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. «Credo che si trattasse, prevalentemente, di una marchetta al suo elettorato. Ma è finita la stagione dell’ampliamento delle piante organiche e della stabilizzazione dei precari. Per il semplice motivo che non ci sono più i soldi». Delusi i sindacati. «È un’ipocrisia - afferma Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil - da un lato sostenere i tagli che continueranno anche nel 2013 e allo stesso tempo rinviare ad un decreto la definizione della consistenza numerica massima degli organici sulla base dell’andamento demografico della popolazione in età scolare».


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