Commissioni d'esame, è caos sui presidi del primo ciclo
Il miur: possono presiedere. i sindacati: nei fatti non è così
Il Miur torna sui propri passi e consente anche ai dirigenti scolastici del I ciclo di candidarsi alla presidenza delle commissioni per gli esami di Stato del II ciclo. Il chiarimento nella nota n. 6078 del 6 aprile che segue all'incontro del 30 marzo al ministero. Una nota però in cui, accusano Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola ed Anp, sono stati inseriti cavilli e paletti ad hoc per impedire di fatto la nomina dei dirigenti del I ciclo alla presidenza delle commissioni d'esame. L'apertura del Miur si è limitata alla sola facoltà di far presentare loro l'istanza, è l'accusa. Inserendo una serie di vincoli e condizioni nella individuazione del sostituto del dirigente scolastico negli esami di I ciclo che renderebbero l'apertura vana.
Nella nota si afferma che il dirigente scolastico deve individuarlo tra i docenti di scuola secondaria che abbiano già svolto la funzione di presidente di commissione per l'esame di Stato del I ciclo e che non siano impegnati negli esami. Una limitazione incomprensibile poiché «non è certo prevista neppure nel caso di docenti di scuola secondaria individuati come presidenti negli esami nel II ciclo», osservano i sindacati. Né una condizione necessaria per svolgere il ruolo di presidente di commissione. Semmai, nota l'Anp, «può essere considerato requisito aggiuntivo». O «un motivo di preferenza», per Cgil, Cisl e Uil.
Una richiesta, inoltre, in contrasto con il decreto legislativo 62/2017 secondo cui compete esclusivamente al preside la scelta del docente a cui delegare la funzione di presidente. E destinata ad avere conseguenze anche nella sostituzione del dirigente in caso di reggenza o di assenza per malattia.